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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Serra Alessio, Segatori Sara, Mazzitelli Natascia. Indagine conoscitiva sulle alterazioni del ritmo sonnoveglia negli infermieri turnisti. Uno studio descrittivo nella realtà del Lazio. Infermiere Oggi 2022;32(3):4–11. 
Added by: Simone Ciucciarelli (24/12/2022 09:26:52)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Serra2022
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Categorie: Gruppi occupazionali, Infermieristica clinica
Sottocategorie: Infermieri, Prevenzione, Riposo e sonno
Keywords: Disturbi del sonno, Ritmi circadiani, Turni di lavoro
Autori: Mazzitelli, Segatori, Serra
Collezione: Infermiere Oggi
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Allegati    
Abstract     
[Trascritto dall'articolo.]

INTRODUZIONE Il lavoro degli infermieri è stato caratterizzato da sempre dal turno di notte, necessario per garantire un continuum di cure in funzione dei vari setting assistenziali. Ciò, però, oltre ad avere pregi, presenta anche problematiche connesse a diverse sfere e se lavorare a turni è un imperativo per la professione, l’analisi sugli effetti del lavoro così strutturato, nel tempo, non deve essere trascurata.

OBIETTIVO Lo scopo di questo studio, pertanto, è stato quello di descrivere la relazione tra turni notturni e le alterazioni del ritmo sonno-veglia su un campione di infermieri turnisti h24: ovvero, far emergere il punto di vista di chi vive le notti da anni in prima persona, e come queste abbiano potuto determinare o meno dei cambiamenti.

MATERIALI E METODI Uno studio descrittivo è stato eseguito su un campione di 136 professionisti (uomini e donne); il campionamento e i dati del campione sono stati raccolti nei mesi di ottobre-novembre 2021. È stata condotta una survey rivolta a infermieri operanti in vari setting ospedalieri del Lazio e in diverse unità operative. Per l’indagine si è scelto di utilizzare un questionario validato, in forma anonima, somministrato al campione in modalità online.

RISULTATI Una volta raccolti tutti i questionari, i risultati sono stati scansionati e analizzati. L’età media dei partecipanti è di 37 anni. Dai risultati ottenuti, è emerso come il turno notturno influisca sul ritmo sonno/veglia nel (94%) dei professionisti. In questi si evidenziano condizioni come: stress (22%); disturbi gastrointestinali (25%); insonnia (28%); ipertensione (14%) e, in numero minore, obesità e diabete. Vanno rilevati, però, anche dei vantaggi. I rispondenti, infatti, affermano di svolgere meno attività assistenziale e di dedicarsi alle attività di routine del reparto (controlli, scadenze, ecc.), quelle che consentono la conoscenza profonda dello stesso (71%), riuscendo, così, a prestare maggiore attenzione ai bisogni del paziente (14%) e a dedicargli più tempo (9%). Rispetto al rapporto di coppia, per il 45% vi ‘influisce negativamente’, a fronte del 42% in cui non emergono problemi.

CONCLUSIONI Dai risultati ottenuti si evidenzia l’importanza del fattore età e da quanto tempo vengono svolti i turni notturni. A tal proposito, infatti, dai dati emerge che svolgere i turni notturni da oltre 15 anni altera il ritmo sonno-veglia: una condizione che si manifesta anche nel campione giovane, ma senza comportare patologie. Ciò, perché i giovani hanno una buonissima capacità di resilienza e adattamento al turno notturno (spesso considerandolo come il ‘meno pesante’ e ‘più gradito perché si riesce a conoscere meglio il reparto e il paziente’), mentre la persona più grande di età non lo predilige, ritenendolo, nel tempo, complice di alterazioni negative del loro stesso stato di salute. Poiché la professione infermieristica è un bene prezioso, da valorizzare e tutelare, è chiaro che da quanto emerso in questo lavoro si aprono spiragli di riflessioni tanto interessanti. E tutte da approfondire.