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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Cariati S. Formazione e organizzazione, quali sinergie in un percorso pediatrico. AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria 2022;34(1):76–79. 
Added by: Sandro Filardi (23/10/2022 13:46:48)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Cariati2022
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Categorie: Infermieristica specialistica, Management
Sottocategorie: Formazione del personale, Infermieristica in pediatria, Leadership
Autori: Cariati
Collezione: AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria
Visualizzazioni: 1/112
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Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall'articolo).
La piastra operatoria multidisciplinare raccoglie una serie di complessità organizzative, dove risulta fondamentale l’adozione di un modello organizzativo solido ma in continua evoluzione. I gruppi operatori risentono sempre più di:
- richiesta di elevata competenza per il continuo miglioramento tecnologico, spesso compromesso dall’elevato turnover,
- ridotta relazione con il paziente e ridotta autonomia del personale infermieristico,
-necessità e capacità di lavorare in equipe.
La formazione costante del personale, nelle prime fasi di inserimento diventa fondamentale per accrescere le competenze e le sue abilità necessarie per far fronte alle richieste espresse dal contesto lavorativo, per raggiungere ottimi livelli assistenziali e per uno sviluppo individuale. Ogni nuovo assunto rappresenta un investimento a medio e lungo termine nell’economia aziendale ed è quindi necessario l’elaborazione di un adeguato programma di inserimento per favorirne l’opportuna gestione. In questo percorso un ruolo chiave è rappresentato dal tutor, figura riconducibile ad un infermiere esperto, che ha la capacità e la responsabilità dell’acquisizione di conoscenze e di competenze, da parte del nuovo inserito, utili al raggiungimento di sicurezza ed autonomia professionale. Il tutor ha il compito di:
- informare e formare sulle dinamiche di lavoro del contesto operatorio,
- mettere in atto interventi tali da colmare eventuali lacune,
- valutare le performance nelle varie fasi,
- identificare quando l’infermiere neo inserito può ritenersi autonomo.
Nella formazione del personale bisogna tener conto inoltre anche delle variabili soggettive, le competenze e le inclinazioni naturali per determinare attività sia fisiche che mentali che condizioneranno i livelli di soddisfazione e di risposta e le variabili oggettive/ambientali riconducibili alla multidisciplinarità del contesto operatorio, alla tipologia di assistenza non sempre standardizzabile ed alla presenza di tutor non adeguatamente formati (alto turnover del personale), che possono inibire o favorire la formazione del neo assunto. L’infermiere dovrà puntare a sviluppare le soft skills, ossia le competenze trasversali utili applicabili alla nostra professione e che consideri la peculiarità dell’utenza pediatrica ed in particolare le 4 dimensioni:
- Dimensione affettiva: si riferisce alla regolazione emotiva, alla percezione che il bambino ha della malattia.
- Dimensione relazionale: si riferisce all’alterazione della relazione con l’altro e con la propria identità sociale. L’intervento chirurgico comporta la deprivazione familiare, dagli amici, dal contesto scolastico.
- Dimensione cognitiva: si riferisce ad alterazioni sul piano dell’apprendimento e delle strategie di coping.
Tra tutti i fattori che favoriscono il successo nella formazione è importante la creazione di un buon clima; fattori come l’ostilità, stanchezza, conflittualità, poca disponibilità rendono difficile l’inserimento del nuovo infermiere all’interno dell’organizzazione soprattutto perché nella prima fase di inserimento in un gruppo l’infermiere si adopera per imitazione.
Conclusioni: la formazione del personale neoassunto necessita di organizzazione e preparazione da parte dei professionisti scelti per eseguire la formazione. Tutor preparati ed aggiornati sono alla base del successo a lungo termine ed è per questo che non basta semplicemente trasmettere conoscenze e competenze, ma è necessario attuare una vera e propria strategia:
1. Definizione di ruoli e relativi ambiti di azione per orientare meglio le azioni; avere obiettivi condivisi.
2. Necessità di un personale formato nella maggior parte delle specialità afferenti (carenza organica).
3. Rielaborazione delle situazioni tipo, anche giornaliero, attraverso riunioni o briefing a piccoli gruppi con analisi delle soluzioni ai problemi riscontrati.
4. Progetto formativo annuale su specifiche tematiche proposte dal personale infermieristico e di suppor, attraverso un’analisi del fabbisogno formativo.
Added by: Sandro Filardi  Last edited by: Sandro Filardi
Notes     
Fascicolo contenente gli atti del Congresso Nazionale A.I.C.O. 2022
5° Sessione: La chirurgia nel quotidiano.
Nell’articolo presente solo l’abstract.