Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Caputo M. L’identità professionale nell’evoluzione dei bisogni. AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria 2022;34(1):28–31.
Added by: Sandro Filardi (18/09/2022 10:23:47) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Caputo2022 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Filosofia, Metodologia dell'assistenza infermieristica Sottocategorie: Filosofia dell'assistenza, Interventi infermieristici, Presa in carico Autori: Caputo Collezione: AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). L’identità rappresenta un’immagine che ha plurime valenze di linguaggi e di significati: - l’identità storica dell’infermiere verso sé stesso, - l’identità nella conoscenza professata, - l’identità generata dall’interno del contesto socioculturale in cui si vive, - l’identità dell’infermiere nella concezione comune. Lo studio dell’identità dal punto di vista storico cerca di approfondire e portare in evidenza le radici di origine nonché le sopravvivenze e le rotture del tempo di oggi. La scienza non vive e cresce in modo avulso rispetto al contesto da cui è generata, anzi si pone in relazione continua con la tradizione e la storia vivendone i limiti e le opportunità. Le straordinarie conquiste della medicina, le mutate esigenze sociali, le influenze illuministiche, lo sviluppo della specializzazione della scienza sono solo alcuni fattori che hanno fatto nascere il periodo della consapevolezza professionale. L’attività infermieristica, sin dalle sue antiche origini culturali, si realizza più nella salute che nella sanità, poiché il verbo assistere ha grande familiarità con il verbo vivere. ASSISTERE È ESSERCI Il nostro destino professionale è iscritto nel vivere delle donne e degli uomini del nostro tempo (Manzoni 2005). Una professione non è altro che la rappresentazione nel tempo e nello spazio di una scienza e la professione infermieristica vive il cambiamento continuo proprio perché chiamata al servizio dell’uomo che diviene. È la sin-cronia l’elemento essenziale. L’assistenza infermieristica è scienza che permette all’esserci di aprirsi al futuro ed evolvere, di creare con l’altro e per l’altro uno spazio umano o meglio umanizzato, una creazione che è parte della creazione propriamente umana. Attraverso il gesto, composto anche dalla più banale azione infermieristica celebriamo che la persona umana costituisce non solo il valore più alto, ma la finalità stessa della storia. Il gesto permane nel dopo cambia le due parti che lo hanno vissuto. Cambiamento e complessità sono i termini chiari a cui si affaccia la scienza, la salute, la professione e l’umanità. Complessità è assumere l’incertezza come sfida; incertezza necessaria per creare, comprendere, conoscere, narrare e soprattutto integrare. Le due cifre del cambiamento della dimensione antropologica sono la continua evoluzione dei due determinanti culturali per eccellenza: lo spazio e il tempo. Lo spazio non è solo il luogo o i luoghi della vita e salute; esso dapprima è una concezione di libertà nel situarsi, nel concepire sé stessi all’interno o al di fuori di una realtà. Un infermiere di camera operatoria non si definisce tale perché vi abita fisicamente ma perché dapprima trova in questo luogo senso di identità. L’identità di luogo per l’infermiere è l’identità storica più consolidata. Per tempo intendiamo il rapporto stretto intercorrente tra cronologia e vivere dell’uomo. Oggi il tempo, in sanità è compenetrato in sé. Non esiste un luogo specifico in cui realizzare l’assistenza infermieristica, poiché essa trova spazio di azione in ogni luogo di vita del genere umano. Oggi il tempo sanitario e assistenziale è l’esserci. L’assenza dell’esserci consiste nella sua esistenza (Heidegger). L’assistenza oggi non ha un tempo ma è essa stessa un tempo. Affinché una disciplina si conservi in simbiosi con la ragione storica deve continuamente interrogarsi sulla propria identità. Il senso dell’assistenza alla persona, quale comportamento professionale connotativo dell’attività dell’operatore, va intesa come insieme delle valutazioni scelte, decisioni e azioni pratiche che l’infermiere compie, da solo o in collaborazione con altri, nei confronti di un soggetto, una famiglia o una comunità al fine di promuovere il massimo sviluppo delle sue capacità potenziale, a partire da una situazione nella quale la capacità del soggetto sia insufficiente a produrre risposte adeguate a stati di equilibrio possibili in atto. “Assistere” in senso professionale una persona con alterazioni di salute significa quindi produrre consapevolmente i comportamenti volti ad attivare le potenzialità dell’assistito quando queste esistano oppure, in loro mancanza a rendere possibile la comparsa di nuovi comportamenti compensativi e adattivi. L’assistenza professionale alla persona comporta la messa in atto di azioni volte a stimolare selettivamente o nell’insieme: - lo sviluppo di maggiore capacità di controllo del sistema sulle variazioni dei propri processi; - l’attivazione di comportamenti di maggiore efficacia nella interazione con l’ambiente; - una superiore consapevolezza di sé e dell’ambiente; - il recupero di funzionalità di uno più processi. Ogni professione identifica e difende il suo spazio di esistenza che per l’infermieristica corrisponde al nursing orientato ad aiutare l’assistito ad acquisire livelli superiori di autonomia possibile. L’applicazione della concettualità del modello nella pratica clinica permette di identificare il professionista che la utilizza per: - la cura che pone nell’accertamento della potenzialità di salute dell’assistito in rapporto alla salute in atto; - la definizione di obiettivi di assistenza coerenti con la massima attivazione di tale potenzialità; - la scelta degli interventi basata sulla natura di stimolo attivatore che questi costituiscono; - l’attenzione all’insieme della persona e non al singolo processo. L’analisi dei processi e quindi dei bisogni da questi derivabili rende possibile la definizione dell’ambito o dominio di nursing professionale per quanto attiene i bisogni dell’assistito. Tale elemento rappresenta la condizione necessaria per lo spostamento dell’attività professionale tradizionale basata sui compiti, a quella di nursing avanzato basato sui bisogni e risultati. Lo spazio di “nursing” è per sua stessa natura, vasto e molto differenziato con una lunga tradizione di esistenza come attività pratica ma molto breve come professione disciplinata da un corpo scientifico di conoscenza. Pertanto, è quanto mai necessario definire dei criteri di classificazione interni che aiutino a collegare la tipologia di professionista con la tipologia di nursing di cui si può assumere la responsabilità, anche rispetto a ruoli che operano condividendo ambiente, processi e finalità. In un periodo storico nel quale diventa quanto mai importante riflettere sulla razionalità organizzativa e l’uso appropriato delle risorse professionali, non bisogna dimenticare che la razionalità richiede una visione e una prospettiva di sistema che impone l’uso di modelli avanzati per non ricadere nella piccola gestione del quotidiano che sposta gli effetti e le manifestazioni dei problemi ma non interviene spesso a risolvere le cause che li producono. Per tale motivo, la razionalità dell’agire deve collegarsi alla filosofia per dotarsi di una prospettiva che proponga la visione del possibile a cui tendere e che, con la guida della teoria valida, produca e governi le azioni tecniche. |
Notes |
Fascicolo contenente gli atti del Congresso Nazionale A.I.C.O. 2022 1° Sessione: L’infermiere nel peri-operatorio e i bisogni di assistenza. Articolo contenente solo l’abstract.
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