Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
de Caro Walter. Urgent investment in nursing: if not now, when? [Editoriale]. Professioni infermieristiche 2021;74(2):64–65.
Added by: Tania Diottasi (10/01/2022 19:12:48) Last edited by: Tania Diottasi (10/01/2022 21:22:58) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: deCaro2021b Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Igiene Sottocategorie: Malattie infettive Autori: de Caro Collezione: Professioni infermieristiche |
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Allegati |
Abstract |
Trascritto dall'articolo.
La pandemia ha messo a nudo la necessità di investire nella salute ed in particolare nell’infermieristica per la salute globale e la sicurezza economica. L'efficacia dell'assistenza sanitaria è infatti indissolubilmente legata allo stato di avanzamento della professione infermieristica. Chiaramente, gli infermieri dovrebbero essere in prima linea nelle iniziative di salute pubblica e dovrebbero essere coinvolti in tutte le fasi di sviluppo e implementazione delle policy, così come nella formazione, nella ricerca e in specie nell'assistenza clinica ai diversi livelli. In Italia, per converso, si tende a mantenere pervicacemente lo status quo. Una visione della salute che tenda ad rendere davvero operative sulla salute di comunità quanto indicato nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza, non può prescindere da una nuove - ma vera - centralità della professione infermieristica, tale da stimolare gli investimenti per i servizi sanitari radicalmente necessari nei decenni successivi alla pandemia. Rafforzare la formazione e la leadership infermieristica e includere una voce infermieristica in tutte le decisioni sul futuro dei sistemi e delle politiche sanitarie, sarà essenziale se vogliamo creare servizi più equi e risultati migliori per i pazienti e le loro comunità. Per questo è necessario, passare da un atteggiamento adattivo-reattivo tipico di molte istituzioni in particolare che tendono ad adattarsi alla realtà solo successivamente, un approccio chiaramente proattivo che faccia uscire dalla zona di “confort”, dalle camere di eco, in cui ancora diversi decisori pubblici a livello ministeriale, regionale e delle organizzazioni di livello di supporto e sussidiario sono rinchiuse da tempo, confrontandosi con tutti i portatori di interesse professionale per co-disegnare il futuro del sistema salute, come ad esempio le Associazioni e le Società Scientifiche che insieme ad altre organizzazioni, debbono essere ascoltate e poter offrire il loro contributo al processo decisionale. Nelle situazioni di crisi, cogliere le opportunità per riflettere, imparare e crescere è fondamentale. I paesi come l’Italia hanno l'opportunità di affrontare le debolezze che sono state rivelate nei loro sistemi decisionali e sanitari e di assicurare che l'assistenza sanitaria sia davvero disponibile per tutti. La professione infermieristica deve poter discutere e pianificare attentamente i suoi prossimi passi per rispondere alle sfide che il mondo si trova ora ad affrontare. La maggiore comprensione dello stato dell'assistenza infermieristica nel mondo e dell’assenza di confini come ben evidenziato dalla pandemia da COVID-19 forniscono lezioni che spingono a considerare il ruolo dell'assistenza infermieristica e la forma che la professione dovrebbe assumere in futuro. In questo i documenti di ICN, di cui CNAI è componente italiana dal 1949 e del WHO forniscono indicazioni da attuare con immediatezza a livello nazionale. L'anno passato ci ha insegnato che gli applausi non sono sufficienti. È essenziale e urgente investire e proteggere tutti coloro che salvaguardano la nostra salute e sicurezza. L'anno 2021 è opportunamente designato come l'anno degli operatori sanitari e di assistenza con lo slogan della campagna: "Investire. Proteggere. Insieme.” La pandemia ha esposto il pubblico alle realtà dell'assistenza infermieristica: le competenze cliniche degli infermieri, la complessità del loro lavoro e il loro impegno nella cura dei pazienti. Il pubblico ha anche visto le fragilità dell'infermieristica: troppo pochi infermieri con le giuste competenze e al posto giusto, difficoltà di relazione con i medici e le altre professioni sanitari, piani inadeguati per affrontare una pandemia, e in molti paesi una mancanza di leadership infermieristica a livello governativo per fornire la direzione necessaria. In Italia, come ben noto, non esiste nessuna struttura organizzativa di natura infermieristica al Ministero della Salute e lo stesso vale per le Regioni. Nessuno presenza infermieristica a livello strategico in Italia. Queste considerazioni quindi devono essere contestualizzate nella nostra realtà ma devono essere viste all'interno di un contesto globale più ampio che include vada ad includere, la riduzione delle disuguaglianze sociale, l'equità di genere, il cambiamento climatico e le tecnologie digitali come motori di un nuovo dibattito politico sulla salute pubblica. In Italia, il Piano Nazionale di ripresa e resilienza ha sottolineare l’esigenza di garantire importanti investimenti nell’assistenza a livello di Comunità, con una serie di “strutture” fisiche, parlando in cui appaiono al momento centrali la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità e quella del Medico di Medicina generale. Ecco al di là delle strutture fisiche da costruire, c’è molto di più da costruire: mancano gli infermieri di famiglia e di comunità, non è stata stabilità la loro formazione, mancano modalità, i flussi, le competenze, i trasferimenti, e soprattutto vanno ridefiniti radicalmente le funzioni di interazione con i medici di medicina generale, con cui condivideranno buona parte delle nuove strutture e della presenza sul territorio. Tra l’altro l’approccio che sembra delinearsi è molto più sul versante comunità ed individui, che su quello di famiglia. |