(Trascritto dall’articolo). L’essere umano, nei primi anni di vita, non è in grado di soddisfare i propri bisogni autonomamente; si affida, quindi, necessariamente ad altre persone che lo accudiscono per garantirne la sopravvivenza e la crescita. Questa condizione originale di dipendenza da altri determina, nelle età successive, l’esigenza di relazione, che rimane una costante nella vita di ogni persona. Il complicato meccanismo della relazione si fonda su alcuni concetti cardine, uno di questi è la fiducia; poiché l’assistenza è una condizione imprescindibile per l’uomo in quanto animale sociale, può essere concepita come fattore essenziale per la relazione di cura. In virtù di ciò, i professionisti della cura, in primis gli infermieri, attraverso atteggiamenti caratterizzati da coerenza, trasparenza, lealtà e generosità, uniti ovviamente alla competenza, offrono alla persona assistita le condizioni affinché essa possa fidarsi. Fidarsi è un processo molto complesso che richiede all’assistito di avere il coraggio e la forza di superare la paura determinata dal dubbio di non vedere soddisfatti, in toto o in parte, i propri bisogni. A salvaguardia di ciò, a livello istituzionale, il legame che intercorre tra le persone assistite e i professionisti della cura assume le caratteristiche di una fiducia “tutelata” dal diritto che, unito alla deontologia professionale, garantisce una solida e affidabile struttura di sicurezza. La fiducia può essere letta anche in una prospettiva educativa. Infatti, poiché la relazione di cura è una relazione asimmetrica nella quale l’infermiere detiene conoscenze, esperienze e abilità che l’assistito non ha, l’affidarsi delle persone è strettamente influenzato dall’atteggiamento educante dell’infermiere stesso che si pone l’obiettivo di far evolvere la persona, rendendola consapevole, verso una rinnovata autonomia in rapporto al suo problema di salute. La fiducia, nelle sue varie prospettive, assistenziale, istituzionale e formativa è sempre un investimento sugli altri, un salto nell’ignoto, una scommessa sull’uomo.
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