(Trascritto dall’articolo).
La collaborazione interprofessionale è definita come compartecipazione delle differenti professioni in ambito di assistenza sociale e sanitaria, che collaborano per concordare soluzioni a complessi e problematici quadri assistenziali. È stato dimostrato come la collaborazione interprofessionale migliori gli outcomes assistenziali, l’efficienza dei costi, la soddisfazione dei professionisti della salute ed incrementi la salubrità del luogo di lavoro. Un’inefficace collaborazione medico-infermiere si è rivelata essere causa di insoddisfazione lavorativa e di compromissione della qualità dell’assistenza. OBIETTIVO: L’obiettivo è valutare la collaborazione interprofessionale tra il medico e l’ infermiere. MATERIALI E METODI: sulla base di quesiti designati, è stata condotta una ricerca bibliografica utilizzando le principali banche dati biomediche, di revisioni sistematiche e di RCT, non considerando la letteratura grigia. Si è previsto l’utilizzo di parole chiave/ termini MESH per ogni database. La ricerca delle evidenze è stata condotta considerando l’arco temporale di pubblicazione che va da gennaio 2014 a dicembre 2019. RISULTATI: Trentasette articoli sono stati inclusi nella revisione. Sono stati identificati gli strumenti validi e affidabili per la valutazione della collaborazione interprofessionale di cui si sia rilevata la influenza sugli outcome del paziente e dell’organizzazione. Sono emersi diversi temi principali: l’atteggiamento di medici ed infermieri riguardo una collaborazione volta a migliorare la qualità dell’assistenza del paziente, la sua soddisfazione, la brevità del ricovero e l’ abbassamento del tasso di mortalità, I fattori che influenzano la collaborazione medico-infermiere: la comunicazione, il rispetto, la fiducia, la comprensione verso i differenti ruoli professionali, sono state identificate le strategie per implementare la collaborazione medico- infermiere. CONCLUSIONI: Questa revisione ha evidenziato importanti aspetti della collaborazione medico-infermiere: lo sviluppo di uno strumento globale di valutazione del suo reale avanzamento, la modalità con cui il medico e l’infermiere esperto devono intervenire per favorire il rapporto tra novizi delle rispettive professioni, l’educazione interprofessionale finalizzata al rafforzamento della capacità degli infermieri ad assumere decisioni cliniche.