Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Vezzani Emanuela, Mecugni Daniela, Cardoso Janiny Silba, Coriani Sandra, Boccia Zoboli Antonio, Riccò Roberto, et al. Studio analitico descrittivo sulla mobilizzazione dei pazienti del Dipartimento Internistico dell’Azienda USL – IRCCS di Reggio Emilia (MOBINT). Professioni infermieristiche 2021;74(2):95–104.
Added by: Tania Diottasi (04/10/2021 17:24:17) Last edited by: Tania Diottasi (19/01/2022 06:59:15) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Vezzani2021 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica clinica Sottocategorie: Movimento Autori: Amaducci, Boccia Zoboli, Cardoso, Cavuto, Coriani, Mecugni, Riccò, Savoldi, Vezzani Collezione: Professioni infermieristiche |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). Introduzione: l’ospedalizzazione rappresenta un fattore di rischio per il declino delle condizioni generali dell’anziano. La perdita di autonomia dei pazienti anziani ricoverati, associata alla mancata mobilizzazione, è stata definita come una disabilità acquisita in ospedale e colpisce fino al 65% di essi. Meno della metà degli anziani recuperano la mobilizzazione indipendente. Tra gli esiti negativi associati abbiamo: cadute, aumento delle istituzionalizzazioni e dei tempi di degenza, aumentata mortalità, sviluppo di complicanze. Nonostante ciò, gli anziani rimangono allettati per il 83-95% della degenza, solo raramente deambulano o vengono mobilizzati. Solo a livello internazionale è stata indagata questa problematica. Obiettivo: descrivere la mobilizzazione attiva dei pazienti internistici. Metodi: studio analitico descrittivo prospettico. Dicembre 2018 - Maggio 2019. Sono stati inclusi i reparti internistici dell’AUSL di Reggio Emilia. È stata eseguita un’analisi descrittiva dei dati. Risultati: sono stati screenati 1725 pazienti, applicando i criteri d’inclusione reclutati 295, di cui 9 esclusi perché non mobilizzabili. Il 66,4% dei pazienti viene mobilizzato al mattino durante l’igiene. Essi sono in condizioni stabili secondo l’infermiere, lucidi ed orientati (88,1%) e portatori di vari presidi (da 1 a 3) (57,3%). La frequenza di mobilizzazione è di: una volta al giorno per il 44,4% dei pazienti, due volte al giorno per il 31,2% e più di due volte al giorno per il 24,4%. Discussione: lo studio ha evidenziato che la mobilizzazione è strettamente associata all’assistenza di base, nella quale ha un ruolo rilevante l’OSS. Essa riguarda prevalentemente pazienti lucidi orientati e che richiedono un solo operatore. Sarebbero auspicabili studi successivi per indagare correlazioni fra caratteristiche dei pazienti e mobilizzazione. Added by: Edvige Fanfera Last edited by: Tania Diottasi |