Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Corazza Arianna, Alberti Annalisa, Destrebecq Anne. Ruolo dell’Infermiere all’interno dei Centri Antiviolenza di Regione Lombardia. Italian Journal of Nursing 2020;23(33):36–42.
Added by: Antonina Ingrassia (30/09/2021 14:12:36) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Corazza2020 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Etica Sottocategorie: Violenza contro le donne Autori: Alberti, Corazza, Destrebecq Collezione: Italian Journal of Nursing |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). Introduzione. La violenza di genere e un fenomeno che ancora oggi colpisce l’intera umanità. Negli ultimi anni la questione della violenza contro le donne si è maggiormente rafforzata, sia nella consapevolezza dell’opinione pubblica che nella conoscenza del fenomeno, a più livelli, cosi da facilitare il diffondersi dei Centri Antiviolenza (CAV), nei diversi territori regionali, come luogo deputato allo scopo di accompagnare le donne nel loro percorso di “fuoriuscita” dalla situazione di disagio. L’Infermiere ha un ruolo fondamentale nella presa in carico e nell’assistenza alle vittime di violenza e maltrattamento poichè è il primo professionista che le accoglie ed a cui le stesse si affidano nel percorso della presa in carico. Materiali e metodi. Revisione della letteratura di studi primari e secondari attraverso la consultazione delle principali banche dati di Medline (Pubmed), Cochrane Library e Cinahl nei mesi di Maggio e Giugno 2019. Lo studio inoltre si corrobora degli esiti di una ricerca osservazionale effettuata tramite somministrazione, via posta elettronica, di questionario ad hoc, inviato ai Centri Antiviolenza afferenti alle reti di Regione Lombardia. La finalità di strutturare il questionario e di mappare i servizi e le prestazioni offerte dai Centri Anti violenza regionali alle donne, ivi comprese le professionalità che erogano assistenza. I responsabili dei CAV rispondevano al questionario attraverso intervista. Interessante lo spaccato emerso in merito all’inserimento di personale infermieristico nel CAV. Risultati. Dall’analisi dei questionari somministrati emerge che la maggior parte dei Centri Antiviolenza di Regione Lombardia non si avvale della figura infermieristica al suo interno ne ipotizza il suo coinvolgimento in futuro. Le ragioni di questa affermazione sono molteplici ma tra queste, di rilievo, risulta che non si evince la necessita di erogare cure infermieristiche all’interno CAV e, nel caso ciò accadesse, il personale dedicato al CAV si avvale del Pronto Soccorso più vicino, ricorrendo cosi ad un ricovero in ospedale per la donna vittima di violenza. Conclusioni. E indubbio che la presenza dell’Infermiere all’interno dell’equipe dei Centri Antiviolenza, come nel caso di SVSeD di Milano citta, porti un valore aggiunto a questa realtà, offrendo un continuum dal punto di vista sanitario alla donna che vi si reca dopo la dimissione ospedaliera e consente, laddove presente, di non ricorrere necessariamente al Pronto Soccorso nei casi in cui l’assistenza clinica sia un bisogno imminente. Ciò, nonostante l’esito dell’indagine riferisca nella maggior parte dei casi che i CAV non ritengono la presenza dell’Infermiere indispensabile nel processo della presa in carico delle vittime. Tuttavia, a conferma del suo contributo, l’Infermiere garantirebbe la possibilità di mantenere un controllo sui follow up sanitari, sulle terapie anche a lungo termine, evitando cosi alla vittima di recarsi direttamente nei centri ospedalieri, inoltre assicurerebbe alle donne vittime di violenza di essere inserite in un percorso di “rete”, migliorando così la collaborazione tra i servizi socio-sanitari già esistenti sul territorio. |
Notes |
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