(Trascritto dall’articolo).
OBIETTIVO: Descrivere l’identità e la credibilità sociale dell’infermiere alla luce di stereotipi e pregiudizi caratterizzanti. BACKGROUND: La figura infermieristica è cambiata in relazione alle innovazioni culturali e normative. L’immaginario collettivo non è sempre consapevole di questi mutamenti, non sempre comunicabili al corpo sociale. Le immagini falsate e stereotipate proposte dai mezzi di comunicazione contribuiscono talvolta a formulare messaggi negativi e generalizzanti. A seguito della recente emergenza sanitaria, l’infermiere è tornato protagonista, offrendo la propria immagine ai mass media e stimolando ampie riflessioni. DISEGNO DI RICERCA: Revisione narrativa della letteratura. MATERIALE E METODI: È stata condotta una revisione della letteratura primaria e secondaria degli studi degli ultimi dieci anni sulle banche dati Google Scholar, Trip Database, PubMed-Medline, Cochrane Database of Systematic Reviews, utilizzando termini liberi, tesauro e operatori booleani. RISULTATI: La ricerca ha prodotto 24 articoli rispondenti ai criteri di inclusione evidenziando tre diverse aree tematiche: stereotipo e pregiudizio, identità professionale e credibilità sociale, immagine infermieristica tra cinema e social media. DISCUSSIONE: Gli infermieri sono ancora percepiti attraverso stereotipi, per cui la professione non ha ancora colmato il divario tra la sua immagine sociale e quella professionale. Grande e piccolo schermo hanno rappresentato una figura slegata dalla realtà: non viene fatta risaltare l' autonomia sociale e professionale dell' infermiere, omettendo di evidenziare la solida base accademica e teorica dell'assistenza infermieristica. I social network, più immediati e diretti, spesso non modificano i contenuti ma cambiano, in modo decisivo, la narrazione. CONCLUSIONI: Per costruire e sostenere la propria identità l’infermiere deve cercare di unire l'esperienza individuale e l’immagine di sé relativamente alla propria professione, utilizzando anche i mass media come terreni di confronto, discussione e narrazione, come dimostrato durante l’emergenza Covid-19.