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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Spagnolo Antonio G. Tra tecnologia e corporeità: il tempo oscuro della maternità surrogata [Editoriale]. Medicina e morale 2021;70(2):161–166. 
Added by: Giuliana Covelli (21/08/2021 16:04:40)   Last edited by: Edvige Fanfera (05/01/2023 14:02:11)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Spagnolo2021a
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Categorie: Biologia, Etica
Sottocategorie: Biodiritto, Bioetica, Codici etici, Dignità, Dilemmi etici, Embrione, Eugenetica, Genetica
Keywords: Ginecologia e ostetricia, Ingegneria genetica
Autori: Spagnolo
Collezione: Medicina e morale
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Indice di Popolarità: 4.5%
Allegati    
Abstract     
Maternità surrogata e scenari pandemici. All’inizio del 2020 il blocco dei commerci e degli spostamenti imposto dal lockdown – con cui gli Stati nazionali hanno disperatamente cercato di far fronte alla pandemia globale da Covid-19 – ha posto le condizioni per cui un grande quantitativo di merci finisse per essere escluso dai cicli di produzione o non potesse essere consegnato ai committenti dopo essere stato prodotto. Qualcosa di simile è accaduto anche nel caso di alcuni bambini nati da madri surrogate in Ucraina che per mesi sono rimasti stipati nella hall di un hotel di Kiev, trasformata in una grande nursery improvvisata, visto che il blocco degli scambi commerciali, causato dal Covid, ne impediva la “consegna” ai loro “acquirenti” sparsi per il mondo. L’assottigliarsi della distinzione tra generazione e produzione che diventa esponenziale nel fenomeno della maternità surrogata trova qui un’immagine potente e inquietante: quella di figli “stipati” come uno stock di merce invenduta e finita in una sorta di limbo commerciale, una volta che le loro madri carnali hanno portato a termine quanto concordato nei loro contratti gestazionali così simili a quelli regolanti i processi di produzione. La pandemia, dunque, non ha fatto emergere un diverso volto della maternità surrogata,  ma lo ha portato alla luce, mostrando in modo evidente e incontestabile ciò che tanta retorica e letteratura finge da sempre di non vedere, pretendendo di servirsi per nominarla delle categorie del dono, della generosità e dell’altruismo, come avviene nel caso dell’espressione del tutto inadeguata, ma decisamente rassicurante, gestazione per altri.
(A cura di Giuliana Covelli).