Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Virgolesi Michele. Rems, rischio o opportunità per l’infermieristica? Infermiere Oggi 2015;25(2):8–12.
Added by: admin (22/07/2021 14:04:43) Last edited by: Edvige Fanfera (06/09/2021 14:34:08) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Virgolesi2015 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica di comunità, Infermieristica specialistica Sottocategorie: Infermieristica in psichiatria, Infermieristica penitenziaria Autori: Virgolesi Collezione: Infermiere Oggi |
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Allegati |
Abstract |
Le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) sono strutture sanitarie con delle aree di competenza della polizia penitenziaria. È proprio questa ripartizione delle competenze che potrebbe essere un’opportunità o un rischio per l’infermieristica. Infatti la linea di demarcazione tra responsabilità sanitaria e quella penitenziaria è davvero molto sottile. Basti pensare che l’attivazione delle Rems fa riferimento alla legge 30 Maggio 2014 n.811, quindi parliamo di strutture neofite, con tutto quello che ne può conseguire. Infatti, nel momento in cui nuove strutture prendono forma, sarà complicato oleare sin da subito tutti i processi organizzativi. Il dispositivo di legge cerca di pianificare alcuni aspetti tra cui la responsabilità in merito ai trasferimenti, traduzione e piantonamento, la sicurezza e i rapporti con la magistratura. Per quanto concerne il tema sicurezza la norma sancisce che tutti i diritti della persona internata nelle Rems siano disciplinati dalla normativa penitenziaria, ma la custodia passa dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) al Dipartimento di Salute Mentale. È sancito che competono all’Amministrazione Sanitaria i trasferimenti in luoghi di cura esterni alle Rems, presso comunità o abitazione, nei casi di fruizioni di licenze, semilibertà e libertà vigilata. Resta però da capire quali figure professionali si occuperanno di questi spostamenti e quali siano le responsabilità in caso di fuga o reiterazione. Sotto questo aspetto, rischia di alterarsi l’identità professionale dell’infermiere. Possiamo concludere dicendo che, in questo processo di cambiamento, bisogna partecipare attivamente rivendicando competenze peculiari infermieristiche, scongiurando così il rischio di fare passi indietro e tornare indietro dove il ruolo dell’infermiere era quello di ausiliario dello psichiatra.(A cura di Giuseppe Lestini).
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