Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Gioiello Giovanni, Libro Emanuela, Migliore Carmelo. L’efficacia degli interventi di telenursing nella gestione del paziente con morbo di Alzheimer. Infermiere Oggi 2016;34(3):43–47.
Added by: admin (22/07/2021 14:04:42) Last edited by: Edvige Fanfera (27/07/2021 10:55:33) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Gioiello2016 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica specialistica Sottocategorie: Infermieristica in geriatria Keywords: Demenze Autori: Gioiello, Libro, Migliore Collezione: Infermiere Oggi |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall'articolo). Le patologie neurodegenerative rappresentano condizioni altamente invalidanti tali da rappresentare nel XXI secolo una delle più importanti emergenze che i sistemi sanitari devono affrontare. Nei prossimi anni, infatti, la richiesta di supporto per i pazienti colpiti da demenza aumenterà drasticamente. L’innovazione tecnologica può contribuire ad una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria favorendo l’integrazione dei servizi ospedalieri con il territorio. Questa revisione della letteratura si propone di verificare l’efficacia di tre interventi di telenursing (telemonitoraggio, virtual reality e videochiamate) nel ridurre il declino cognitivo nei pazienti affetti da Alzheimer. Attraverso una revisione bibliografica sulle seguenti banche dati scientifiche: Pubmed, Scopus, Cochrane e Cinahl, abbiamo analizzato un totale di 11 articoli. Cinque studi riguardano le videochiamate per ridurre il declino cognitivo; due articoli valutano l’utilizzo del telemonitoraggio e quattro prendono in considerazione l’applicazione della realtà virtuale. Fra gli interventi analizzati, l’applicazione clinica delle videochiamate nella riabilitazione cognitiva dei soggetti affetti da Alzheimer rappresenta una valida soluzione; mentre non si è verificata una reale efficacia nell’utilizzo del telemonitoraggio e della virtual reality. Sebbene questi temi non siano stati trattati ampiamente in letteratura (come prova il numero limitato di studi), si può concludere affermando che l’utilizzo di questi interventi, in un futuro prossimo, potrebbe rappresentare una valida alternativa nell’assistenza del paziente colpito da Alzheimer. |