Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Di Nitto Marco, La Penna Eva, Zerulo Tina. Efficacia delle metodiche di telenursing nella riduzione dei ricoveri e delle complicanze e nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti affetti da Bpco rispetto alle cure classiche face to face. Infermiere Oggi 2017;62(2):35–42.
Added by: admin (22/07/2021 14:04:41) Last edited by: Edvige Fanfera (06/09/2021 13:30:36) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: DiNitto2017 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica di comunità, Infermieristica specialistica, Management, Metodologia dell'assistenza infermieristica Sottocategorie: Accessibilità dei servizi, Continuità assistenziale, Infermieristica in broncopneumologia, Interventi infermieristici, Percorsi di cura, Piano di assistenza individualizzato (PAI) Keywords: Comunicazione équipe, Pneumologia Autori: Di Nitto, La Penna, Zerulo Collezione: Infermiere Oggi |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). La broncopneumopatia cronico ostruttiva (Bpco; in inglese Copd) è una delle patologie croniche con più alta mortalità e la sua incidenza è in aumento nel mondo, visto il suo continuo evolversi. Dal 2001, la Global initiative for chronic obstructive lung disease (Gold) ha stilato un piano per la diagnosi e la gestione di questa patologia. Non solo: si calcola che, dal 2020, questa patologia sarà la quinta per carico assistenziale e la terza per mortalità in tutto il pianeta. Tale aumento di incidenza pone nuovi interrogativi sul tipo di assistenza più adatta e funzionale che possa portare un miglioramento nei pazienti. A tal scopo, sono state effettuate numerose ricerche per individuare la migliore assistenza, e tra queste, negli ultimi anni, si sta studiando molto l’effetto della “telemedicina”. Come ci descrive Korb, questa è intesa come “l’assistenza sanitaria effettuata con tecnologie di comunicazione”. Queste tecnologie stanno migliorando la trasmissione di valide informazioni per la diagnosi, la terapia e la prevenzione delle malattie, anche se la distanza rappresenta un fattore critico. La telemedicina ha il grande potenziale di migliorare la continuità assistenziale, di migliorare la qualità di vita e prevenire il deterioramento dello stato fisico, anche se la sua reale efficacia è ancora oggi oggetto di dibattito. Di pari passo, il “telenursing” è definito come “l’assistenza infermieristica effettuata attraverso le tecnologie di comunicazione”. In generale, questi due termini sono racchiusi nel più generico “telehealt”. Va considerato come, ad oggi, la telemedicina non abbia una vera e propria linea guida a cui gli operatori possano fare riferimento per la gestione dei pazienti. Ciò può portare a risultati negativi e sono svariati i fattori che possono causarli: errori di comunicazione; incomprensione del piano terapeutico o del trattamento; spiegazione di un trattamento che il paziente non comprenderebbe se non con una guida specifica. Tra gli aspetti positivi che vengono considerati, invece, si annoverano soprattutto un miglioramento della qualità di vita con una riduzione delle riospedalizzazioni e, conseguentemente, del costo della sanità. |