Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Re Luca Giuseppe, Bassola Barbara, Lusignani Maura. Efficacia e sicurezza degli interventi non farmacologici per la prevenzione del tromboembolismo venoso nei pazienti con stroke: una overview di revisioni sistematiche. Professioni infermieristiche 2020;73(3):153–162.
Added by: Barbara Di Donato (21/07/2021 17:44:39) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Re2020a Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica specialistica Sottocategorie: Infermieristica in neurochirurgia, Infermieristica in neurologia Autori: Bassola, Lusignani, Re Collezione: Professioni infermieristiche |
Visualizzazioni: 1/337
Indice di Visite: 16% Indice di Popolarità: 4% |
Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall'articolo) INTRODUZIONE: La metà dei decessi registrati nei pazienti non chirurgici attribuibili a tromboembolismo venoso (TEV) colpisce quelli con stroke. L’incerto beneficio della terapia anticoagulante ha accresciuto l’interesse verso gli interventi non farmacologici per prevenire il TEV. OBIETTIVO: Valutare l’efficacia e la sicurezza degli interventi non farmacologici per prevenire il TEV nei pazienti con stroke. METODI: Overview di revisioni sistematiche con reperimento dei documenti nel rispetto del PICOS Framework e tramite strategia di ricerca implementata il 4 aprile 2019 su sei database biomedici e sul registro PROSPERO. Gli strumenti utilizzati per la valutazione della qualità metodologica e del rischio di bias sono stati rispettivamente la checklist AMSTAR e lo strumento ROBIS. I risultati sono stati sintetizzati con modalità narrativa. RISULTATI: Sette revisioni sistematiche di differente qualità metodologica e rischio di bias hanno rispettato i criteri di inclusione. Gli interventi non farmacologici di profilassi utilizzati sono stati calze a compressione graduata (CCG) e dispositivi di compressione pneumatica intermittente (DCPI). Il primo non ha effetto sul TEV e comporta importanti effetti collaterali, il secondo è promettente nel ridurre la mortalità per tutte le cause e diminuisce l’incidenza di trombosi venosa profonda. DISCUSSIONE: L’utilizzo di DCPI, nonostante l’efficacia osservata, andrebbe riservato, dopo una valutazione del rischio di TEV e un’analisi per sottogruppi, ai pazienti che possono trarre il massimo beneficio dall’intervento. CONCLUSIONI: Nei pazienti con stroke l’utilizzo di CCG per prevenire il TEV è sconsigliato perché non è superiore alle cure standard e può arrecare danno. I DCPI come intervento di profilassi sembrano efficaci ma sono necessarie ulteriori conferme da studi futuri. PAROLE CHIAVE: Interventi non farmacologici, prevenzione, tromboembolismo venoso, stroke
|