Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Shaffer Franklin A., Rocco Gennaro, Stievano Alessandro. Nurse and health professional migration during COVID-19 [Editoriale]. Professioni infermieristiche 2020;73(3):129–130.
Added by: Barbara Di Donato (21/07/2021 13:59:10) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Shaffer2020 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Gruppi occupazionali, Igiene Sottocategorie: Infermieri, Malattie infettive, Salute pubblica Autori: Rocco, Shaffer, Stievano Collezione: Professioni infermieristiche |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’Articolo) Ad oltre un anno dalla firma del trattato United Nations Global Compact for Migration (United Nations 2019; Shaffer, et al., 2019) che ha avviato una stagione di speranza di costruizione di una rete globale migliore per supportare i migranti e consentire loro di sfruttare le loro capacità in tutto il mondo, la minacciosa pandemia COVID-19 ha causato drammatici cambiamenti ed importanti battute d'arresto negli sforzi tesi a rendere la migrazione “sicura” e “regolare”. In effetti, il mondo ha assistito a una serie di chiusure alle frontiere nel tentativo di frenare la diffusione del virus, che hanno limitato il flusso e la migrazione di lavoratori tecnologici, come gli ingegneri e, in alcuni casi, anche professionisti sanitari. Allo stesso tempo, i migranti sanitari hanno sperimentato una risposta politica leggermente diversa. Poiché i Governi subiscono continue pressioni sui loro sistemi sanitari, hanno ampiamente esentato gli operatori sanitari dai loro divieti. Infatti, mentre la migrazione a livello globale è stata decimata, gli infermieri e gli operatori sanitari sono stati tagliati fuori da restrizioni e divieti. Nonostante queste politiche, la migrazione degli operatori sanitari è in ogni caso gravemente diminuita poiché la pandemia ha brutalmente colpito la loro mobilità attraverso barriere nazionali e restrizioni di viaggio senza precedenti. La pandemia COVID-19 ha esposto le vulnerabilità dei flussi di fornitura di personale infermieristico, a livello nazionale e internazionale. Il suo impatto a livello nazionale ha ulteriormente evidenziato le lacune preesistenti nelle modalità di impiego di infermieri e l'effetto della carenza di personale. A livello internazionale, la pandemia ha interrotto le catene di approvvigionamento globali. Il mondo ha assistito alla chiusura delle frontiere, all'interruzione dei viaggi e, in alcuni paesi, alla limitazione dei flussi in uscita. Il recente Report State of the World's Nursing (SOWN) (WHO, 2020) ha rilevato un deficit di quasi sei milioni di infermieri immediatamente prima del COVID-19, carenza sofferta in particolare dai paesi a basso e medio reddito. Ciò è motivo di grande preoccupazione dato che l'aumento dei flussi internazionali di infermieri nella nuova era post-COVID potrebbe minare, anche più di prima, la prontezza di quei paesi a soddisfare le richieste di assistenza sanitaria (ICN, 2020). In questo scenario, alcuni, ma non tutti, dei paesi di destinazione ad alto reddito continueranno a fare affidamento sull'afflusso internazionale di infermieri in misura significativa, come hanno fatto prima del COVID-19, esacerbando ulteriormente la sofferenza dei paesi poveri. In sintesi, senza cambiamenti politici a livello nazionale relativi alla gestione della forza lavoro infermieristica sostenuti da Organizzazioni Internazionali, le tendenze pre-COVID-19 di aumento dei flussi di infermieri dai Paesi a basso e alto reddito probabilmente continueranno. In questo scenario, l'iniqua distribuzione degli infermieri può diventare ancora più pronunciata. Questa opzione “non fare nulla” rischia di minare sia i progressi a livello nazionale verso il raggiungimento della copertura sanitaria universale (UHC), sia la risposta globale a qualsiasi futura ondata di pandemia. In questa ottica, le principali politiche post-COVID-19 devono dare la priorità agli accordi bilaterali e regionali per consentire una mobilità più facile per gli operatori sanitari. La forza lavoro infermieristica è stata fondamentale per l'efficacia della risposta COVID-19 in tutti i paesi e la sua costante implementazione costituisce una potente risposta agli effetti immediati e più duraturi della pandemia sul personale infermieristico. Per migliorare la sostenibilità della forza lavoro infermieristica a lungo termine, c'è bisogno, come hanno notato sia l'OMS (WHO, 2019) che l'OCSE (2019), di una risposta politica coordinata rispetto all'offerta internazionale di infermieri. A livello nazionale, ciò richiederà l'implementazione di pacchetti di politiche attive con due obiettivi correlati: migliorare la fidelizzazione degli infermieri formati a livello nazionale; e, garantire un'adeguata capacità di formazione in ambito locale. Ciò richiede un forte impegno nel supportare la conduzioni di analisi nazionali regolari e sistematiche del mercato del lavoro infermieristico attraverso una serie di dati e proiezioni sulla forza lavoro, in particolare nei Paesi con risorse limitate, fornendo consulenza e assistenza tecnica, valorizzazione dei dati, analisi indipendenti e multi-stakeholder, policy dialogues, per concordare azioni politiche prioritarie riguardanti gli organici infermieristici ed il mantenimento in attività degli infermieri. L'impegno a investire nella sostenibilità della forza lavoro infermieristica nelle diverse Nazioni è essenziale, in particolare nei Paesi a basso reddito e negli Stati cosidetti fragili. Se queste risposte politiche sulla forza lavoro infermieristica a livello nazionale e internazionale vengono attuate in modo efficace e tempestivo, ci potrà essere speranza per la futura sostenibilità dell'offerta infermieristica. Le direzioni politiche strategiche dovrebbero sostenere importanti investimenti nei paesi colpiti da carenze per formare, assumere e trattenere infermieri e altri professionisti sanitari attraverso finanziamenti nazionali e assistenza allo sviluppo delle professioni (Buchan, et al., 2019). L'impegno per un monitoraggio efficace dei flussi internazionali di infermieri, sulla base di set di dati nazionali completi, analisi rapide e pubblicazioni tempestive, con copertura globale, e includendo rapporti a livello nazionale sull’autosufficienza infermieristica diventano quanto mai obbligatori quando ci si trova di fronte ad una pandemia. |