Iotti Marco, Binda Filippo, Salvato Mauro. Emorragia cerebrale nei pazienti con trauma cranico minore. Italian Journal of Nursing 2019;22(29):45–49.
Added by: Antonina Ingrassia (26/02/2021 14:40:43)
Last edited by: Claudia Onofri (02/03/2021 17:49:18)
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Abstract
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(Trascritto dall’articolo). Introduzione: la letteratura scientifica ha ampliamente dimostrato come la terapia anticoagulante orale aumenti il rischio e la gravità di complicanze emorragiche cerebrali anche nei pazienti sottoposti a trauma cranico minore. Negli ultimi anni si è diffuso l’uso dei farmaci anticoagulanti diretti di seconda generazione in alternativa alla terapia anticoagulante classica con antagonisti della vitamina K. Diversi studi hanno cercato di analizzare le differenze di complicanze emorragiche legate all’utilizzo di questi due tipi di farmaci, in particolar modo nei pazienti con trauma cranico minore dove, in assenza di segni neurologici, il rapporto rischio-beneficio delle indagini radiologiche dev’essere ben valutato. Obiettivo: descrivere, sintetizzare e valutare criticamente i risultati di studi clinici in merito al tasso di complicanze emorragiche immediate e/o tardive nelle due coorti di pazienti post trauma cranico minore. Materiali e metodi: è stata effettuata una revisione della letteratura internazionale consultando le banche dati PUBMED e COCHRANE, limitando gli articoli pubblicati agli ultimi 10 anni, in lingua italiana o inglese e riguardanti pazienti adulti. Risultati: sono stati reperiti cinque studi, pubblicati negli ultimi due anni, che evidenziano una minor incidenza di complicanze emorragiche nei pazienti con trauma cranico minore che assumono anticoagulanti orali diretti rispetto a coloro che sono in trattamento con antagonisti della vitamina K. Discussione: gli studi inclusi in questa revisione della letteratura mostrano alcuni limiti, primo tra tutti l’assenza di studi sperimentali in questo campo. Nella totalità degli studi, il campione dei pazienti in trattamento con i nuovi anticoagulanti diretti è risultato ristretto per cui i risultati potrebbero non essere rappresentativi della popolazione di riferimento. Conclusioni: l’approfondimento di questa tematica con studi più completi e con campioni più ampi potrebbe portare a una revisione delle procedure diagnostiche e della gestione ospedaliera nei pazienti con trauma cranico minore in terapia anticoagulante.
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