Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Cereda Elena. Qualità del sonno in persone affette da SLA a casa e ospedalizzate. NEU 2020;39(3):4–11.
Added by: Giuseppe Lestini (12/02/2021 13:38:31) Last edited by: Giuseppe Lestini (04/05/2021 08:32:13) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Cereda2020 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica clinica, Infermieristica di comunità Sottocategorie: Infermieristica domiciliare, Qualità di vita, Respirazione, Riposo e sonno Keywords: Disabilità, Disturbi del sonno Autori: Cereda Collezione: NEU |
Visualizzazioni: 1/675
Indice di Visite: 29% Indice di Popolarità: 7.25% |
Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). Il sonno può essere considerato come “il sesto segno vitale”. Una cattiva qualità del sonno porta ad avere effetti avversi su metabolismo, funzione immunitaria e funzione cardiaca e può risultare deleteria sullo stato fisico, emotivo e cognitivo. Il sonno in una persona affetta da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è spesso compromesso sia per la malattia stessa, sia per la necessità di utilizzo di ventilazione meccanica non invasiva, sia per la necessità di ricovero in caso di acutizzazione della malattia. La difficoltà respiratoria dovuta alla progressione della malattia è migliorata dall’uso della NIV. Per aumentare la compliance all’utilizzo serve un team multidisciplinare che scelga il presidio adatto e addestri, sia la persona affetta da SLA che i caregivers, al suo corretto utilizzo. In ospedale una alterazione del sonno può influire sul recupero dalla malattia, prolungando i tempi di degenza, e sulla soddisfazione del paziente creando sfiducia nelle istituzioni sanitarie. Per questo motivo bisognerebbe sensibilizzare il personale sanitario ad inserire nelle valutazione di routine un’analisi della qualità del sonno. Added by: Laura Scozzo Last edited by: Giuseppe Lestini |