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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Casati Elisa, Donato Silvia. La relazione tra i familiari e l’équipe di cura della Residenza sanitaria assistenziale (RSA): la prospettiva degli operatori. Psicologia della salute 2020(2):25–51. 
Added by: Valentina Biagioli (26/12/2020 18:47:45)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Casati2020
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Categorie: Gruppi occupazionali, Infermieristica specialistica, Metodologia dell'assistenza infermieristica, Psicologia, Sociologia
Sottocategorie: Caregiver, Infermieri, Infermieristica in geriatria, Personale ausiliario, Psicologia degli anziani, Relazione di aiuto, Sociologia della famiglia
Autori: Casati, Donato
Collezione: Psicologia della salute
Visualizzazioni: 1/691
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Allegati    
Abstract     

Obiettivo: la transizione relativa al trasferimento della persona anziana non autosufficiente dal domicilio ad una struttura residenziale è complessa e caratterizzata da una vasta gamma di vissuti emozionali ambivalenti per tutti gli attori coinvolti. Obiettivo della ricerca qui presentata è quello di indagare e descrivere la percezione che gli operatori dell’équipe di cura ed assistenza della RSA hanno dei vissuti e dei bisogni che accompagnano il familiare nella scelta dell’istituzionalizzazione ed all’ingresso in RSA, dei vissuti e dei bisogni di cui gli operatori stessi fanno esperienza nella relazione con i familiari in questa fase del percorso di cura, nonché delle possibili risposte a tali bisogni secondo il punto di vista dell’operatore. Metodologia: il disegno di ricerca adottato è di tipo qualitativo e si avvale di interviste somministrate a nove operatori facenti parte dell’équipe di cura ed assistenza di una RSA del Nord Italia. Risultati: dalle interviste emerge un operatore consapevole sia delle molteplici ed ambivalenti emozioni esperite dal familiare durante la transizione, sia delle motivazioni che lo portano a scegliere l’istituzionalizzazione del proprio caro. L’operatore riconosce inoltre l’importanza di spazi di confronto ed incontro con i familiari, ma nel contempo riporta come, a livello fattuale, non esistano spazi di effettivo e reale coinvolgimento dei caregiver informali. La precisione con cui l’operatore riconosce emozioni e motivazioni del familiare non sempre però corrisponde ad altrettanta consapevolezza per i propri vissuti emotivi e per come essi agiscano nella relazione con il familiare, ad indicare una specifica area di bisogno formativo e di accompagnamento degli operatori in questa complessa relazione.

(Trascritto dall'articolo).