Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Moltisanti Dino. Dalla letteratura internazionale. Medicina e morale 2020;69(2):247–250.
Added by: Giuliana Covelli (22/08/2020 07:59:25) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Moltisanti2020a Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Etica, Legislazione Sottocategorie: Biodiritto, Bioetica, Codici deontologici, Dichiarazioni anticipate di trattamento, Dilemmi etici, Eutanasia, Principi etici Autori: Moltisanti Collezione: Medicina e morale |
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Allegati |
Abstract |
Riassunto: La distinzione tra "lasciar morire" e "uccidere" è certamente uno dei nodi argomentativi più delicati della cosiddetta "bioetica di fine-vita". Molto spesso questa distinzione risulta decisiva sul piano morale (gli autori di questo articolo parlano di distinzione deontica), soprattutto se si abbraccia la classica posizione dell'etica medica che valuta negativamente l'omicidio di un paziente da parte del medico stesso, ma che invece può giustificare in alcune circostanze la possibilità, da parte del medico stesso, di compiere atti che esitano nella morte del paziente ma che non sono assimilabili ad atti, appunto, omicidi. Nell'articolo che si intende segnalare, "Come le persone usano "uccidere", "lasciar morire e concetti bioetici correlati? Descrittivo contrastante e ipotesi normative", viene esposto e commentato uno studio consistente nella somministrazione di un questionario a studenti universitari (di medicina e non), proprio sui temi di fine-vita, allo scopo di verificare come concetti di cui sopra vengono per lo più percepiti e utilizzati. I risultati del questionario sono particolarmente significativi. Innanzitutto risulta evidente agli autori dell'articolo come l'interpretazione deontica dei concetti lasciar morire, uccidere, permettere la morte finisca per prevalere a discapito di una interpretazione puramente descrittiva, anche tra gli studenti di medicina. Chi ha parteciparto allo studio leggeva nelle parole Killing, doing e doctor (inteso come causa di moret) così come nelle parole allowing, enable, letting die e illness (intesa come causa di morte) non tanto descrizioni, ma vere e proprie valutazioni morali (per lo più negative nel primo caso e non problematiche nel secondo). Questo studio non ha vere e proprie implicazioni bioetiche, è però utile per verificare quanto determinati contenuti etici e bioetici vengano percepiti e assimilati non solo dall'opinione pubblica, ma anche da coloro che si apprestano a esercitare la professione medica. |