Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Gatti Camilla, Garrino Lorenza. Strategie di supporto ed educazione per i caregiver di pazienti colpiti da ictus: una revisione della letteratura. NEU 2018;37(2):14–25.
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Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Gatti2018a Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Gruppi occupazionali, Infermieristica specialistica Sottocategorie: Caregiver, Infermieristica in neurologia Keywords: Educazione sanitaria, Neurologia Autori: Garrino, Gatti Collezione: NEU |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). Introduzione: l’ictus cerebrale costituisce la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale. L’esito di questa patologia è spesso l’elevata compromissione dell’autonomia della persona che, una volta concluso il percorso riabilitativo, rientra a domicilio dove sarà assistita da un caregiver informale. Il cambiamento e l’alterazione dei ruoli comportano importanti conseguenze quali peggioramento del paziente e quadri di depressione e di stress dei familiari che assistono il loro caro. È necessario supportare e prendere in carico chi si trova a dover assistere la persona malata ma che non l’ha scelto come professione, cioè il caregiver informale. Obiettivo: ricercare in letteratura le strategie e programmi educativi volti ai caregivers informali di pazienti colpiti da ictus tali che possano fornire un adeguato supporto, al fine di diminuire lo stress e il burden di chi assiste e migliorarne la qualità di vita. Materiali e metodi: è stata condotta una revisione della letteratura consultando le seguenti banche dati: Medline (Pubmed), Cochrane Library, Cinhal e Psycinfo. Gli articoli analizzati sono stati 17. Risultati: dagli studi analizzati non emerge un’unica metodologia per la presa in carico del caregiver. Sintetizzando i risultati emersi si possono individuare alcuni elementi chiave per la costruzione di un intervento incisivo: individuazione del caregiver e dei suoi bisogni, educazione alle tecniche assistenziali, supporto psicologico ed emotivo. L’utilizzo di strumenti quali lezioni frontali, materiale cartaceo, siti web e follow up domiciliare rendono l’addestramento efficace. Un caregiver formato corre minori rischi di stress e di peggioramento della qualità di vita e contribuisce efficacemente alla diminuzione dell’istituzionalizzazione dei pazienti, fatto che tra le altre cose crea importanti ricadute economiche. Conclusioni: la presa in carico del nucleo paziente caregiver informale è necessaria per sostenere il cambiamento di vita radicale che comporta l’ictus. L’intervento educativo e di supporto deve essere progettato e documentato a livello di equipe, favorendo la continuità delle cure e il reinserimento a domicilio. Added by: Laura Scozzo Last edited by: Laura Scozzo |