Giubbilo Ilaria. Etica della ricerca in condizioni di urgenza. Domande etiche sulle conclusioni dello studio PARAMEDIC2. Scenario 2019;36(2):21–25.
Added by: Daniela Forte (19/10/2019 19:21:37)
|
|
Abstract
|
(Trascritto dall’articolo) Introduzione: Nel luglio 2018 un articolo apparso sul The New England Journal of Medicine riportante i risultati dello studio PARAMEDIC 2 ha destato molto scalpore. Si è trattato di uno studio randomizzato controllato su un campione di circa 8000 arruolati, che voleva dimostrare efficacia e sicurezza dell’adrenalina nel trattamento dell’arresto cardiocircolatorio extraospedaliero. Per compierlo, si è reso necessario confrontare l’esito dell’uso dell’adrenalina con placebo (soluzione fisiologica 0.9%). Problema: Le linee guida per i professionisti sanitari operanti nei servizi di urgenza/ emergenza vanno regolarmente rinnovate e per fare questo la ricerca nelle condizioni di urgenza è regolamentata in numerosi atti ai quali lo studio PARAMEDIC 2 si dimostra essere conforme. E’ stato dato l’avvallo etico e deontologico ad una ricerca che testasse il ruolo dell’ adrenalina nel ritorno del circolo ma dimostrando altresì che nel medio-lungo periodo comporti danni cerebrali, privando metà del campione (4000 persone) del miglior trattamento. Discussione: PARAMEDIC 2 solleva interessanti quesiti. Se sia stato (e fino a dove) eticamente sostenibile avvallare uno studio di questo tipo, se sia stato eticamente giustificato avvallare l'ulteriore intento di misurare in termini di costi e benefici gli esiti di sopravvivenza (su Scala Rankin) di quel miglior trattamento, se l'informazione data alla popolazione in studio sia stata chiara e se di conseguenza il consenso alla sperimentazione libero e realmente informato. Conclusione: Grazie all'adrenalina nel 36% dei casi si ha un ritorno di circolo, nel meno del 3% dei casi si è dimessi con inabilità da moderate a gravi. Ciò non sembra essere dipendente dal farmaco, ma dagli effetti del processo post-Rosc. Con PARAMEDIC 2 si apre la problematica del se il quesito sulla qualità di sopravvivenza debba essere oggetto di ricerca in campo biomedico anziché un indicatore soggettivo già a partire dalle prestazioni salva-vita e su cosa e su come in futuro richiedere il consenso della popolazione alla ricerca stessa.
Added by: Daniela Forte Last edited by: Daniela Forte
|