Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Grosso Silvia, Tonet Saverio, Bernard Ines, De Marchi Denis, Dorigo Laura, Funes Gianluca, et al. Strategie per prevenire le attività 'non infermieristiche': risultati di uno studio descrittivo. L'infermiere 2019;63(1):e10–e17.
Added by: Antonella Punziano (17/10/2019 13:46:17) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Grosso2019 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Management, Metodologia dell'assistenza infermieristica Sottocategorie: Interventi infermieristici, Organizzazione del lavoro Autori: Bernard, De Marchi, Dorigo, Funes, Gandin, Grosso, Lussu, Oppio, Pais dei Mori, Palese, Tissot, Tonet Collezione: L'infermiere |
Visualizzazioni: 1/1180
Indice di Visite: 38% Indice di Popolarità: 9.5% |
Allegati | URLs http://www.fnopi.i ... 9-articolo-581.htm |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo).
Ad oggi sono considerate ‘non infermieristiche’ quelle attività che dovrebbero essere svolte da altri operatori poiché non prevedono l’uso di conoscenze e competenze infermieristiche. Tali attività occupano tra il 35% e il 62% del tempo lavorativo degli infermieri e determinano esiti negativi sugli assistiti, sui professionisti e sulle organizzazioni. Malgrado il crescente dibattito a livello nazionale ed internazionale non sono note le strategie che gli infermieri attivano nel quotidiano per evitare e/o contenere tali attività. L’obiettivo di questo studio è quantificare il fenomeno delle attività ‘non infermieristiche’ e descrivere le strategie messe in atto dagli infermieri per evitarle e/o contenerle. L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Belluno ha condotto uno studio descrittivo coinvolgendo gli infermieri della provincia (n=1987). Agli infermieri eleggibili (n=1331) è stato somministrato il questionario elaborato nella fase qualitativa del progetto APRI: in particolare, veniva richiesto agli infermieri se avevano attivato strategie per evitare e/o contenere le attività ‘non infermieristiche’, quali strategie avevano attivato e con quale efficacia percepita. Hanno risposto 743 infermieri (55.8%), che hanno dichiarato di svolgere quotidianamente attività ‘non infermieristiche’ (693, 94.5%) a cui dedicano mediamente un terzo del proprio turno di lavoro (in media 32.6%, IC 95% 31.4-33.7%). Per evitare/contenere tali attività, gli infermieri hanno riferito di aver rivisto in gruppo l’organizzazione del lavoro (445; 60.7%), svolto ore straordinarie (438; 59.7%); discusso in gruppo possibili soluzioni (437; 59.6%), rifiutato di svolgere (435; 59.3%) o documentato lo svolgimento di attività ‘non infermieristiche’ (424; 57.8%). L’efficacia percepita di tali strategie è tuttavia modesta (da 1.68 a 2.21 in media su una scala Likert da 1 - per nulla - a 4 - molto -). In conclusione, ameno un terzo del tempo lavorativo degli infermieri è dedicato ad attività ‘non infermieristiche’. Questo aggrava ulteriormente la carenza di cure infermieristiche di cui i pazienti avrebbero bisogno. Circa metà degli infermieri attivano strategie dirette ed indirette per prevenire/contenere il fenomeno delle attività ‘non infermieristiche’ riferendo tuttavia una percezione di efficacia modesta. |