Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Mercurio Giancarlo, Castagno Emanuele. La clausola di coscienza in ambito organizzativo: presupposti e prospettive . NEU 2017;36(4):66–74.
Added by: Laura Scozzo (15/10/2019 09:05:58) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Mercurio2017 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Etica, Management Sottocategorie: Codici deontologici, Dilemmi etici, Obiezione di coscienza, Procedure organizzative Keywords: Autonomia, Dignità Autori: Castagno, Mercurio Collezione: NEU |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). Introduzione: la bozza del nuovo Codice Deontologico dell’infermiere propone in due articoli il concetto di “clausola di coscienza”. In particolare l della clausola di coscienza”’art.33 afferma: “L’infermiere,qualora l’organizzazione richiedesse o pianificasse attività assistenziali, gestionali o formative in contrasto con i propri principi e valori e/o con le norme della professione, si attiva per proporre soluzioni innovative e se necessario si avvale della clausola di coscienza“. Il gruppo di lavoro sulla clausola di coscienza del Collegio IPASVI di Torino, preso atto dalla scarsa conoscenza delle possibilità applicative in ambito organizzativo, ha valutato quali presupposti la sostengono. Obiettivo: valutare le condizioni d’applicazione dell’art.33 in ambito organizzativo. Metodi: nella I fase sono state indagate con metodo qualitativo fenomenologico, attraverso interviste semi-strutturate, le motivazioni a supporto della stesura dell’art.33. Nella II fase sono stati intervistati i presidenti di alcuni Collegi Provinciali per capire quando e come applicherebbero la clausola in ambito organizzativo. Le interviste sono state analizzate con metodo di codifica a posteriori del testo. Risultati: nella I fase è emerso che: l’infermiere che si appelli alla clausola non è tutelato giuridicamente (scelta responsabile individuale); ogni professionista deve coltivare la propria integrità morale; la clausola modifica i rapporti infermiere-organizzazione. Nella II fase è emersa la necessità di sensibilizzare l’infermiere all’uso consapevole della clausola, laddove vi siano carenze organizzative strutturali. Conclusioni: è necessario sensibilizzare e supportare l’infermiere alla conoscenza della clausola di coscienza in ambito organizzativo. Essa amplia le possibilità d’espressione dell’integrità morale, ma implica l’esplicitazione di carenze organizzative strutturali, il cui riconoscimento comporterebbe conseguenze che andrebbero oltre il singolo caso. Inoltre, la clausola prevede la totale responsabilità personale, non essendo regolamentata per legge. Sono auspicabili corsi di formazione coinvolgendo anche i collegi. Il dibattito all’interno di gruppi di riflessione professionale potrebbe contemplare nuove ipotesi sulla sua applicabilità. Added by: Laura Scozzo Last edited by: Laura Scozzo |