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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Comparcini Dania, Simonetti Valentina, Lupo Roberto, Galli Francesco, Paul Bocij, Cicolini Giancarlo. Cyberstalking tra gli infermieri italiani: studio multicentrico. Professioni infermieristiche 2016;69(3):150–158. 
Added by: Tania Diottasi (29/09/2019 16:25:29)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Comparcini2016
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Categorie: Etica, Gruppi occupazionali, Scienze dell'informazione, Scienze della formazione
Sottocategorie: Infermieri, Internet, Rapporto infermiere-paziente
Autori: Cicolini, Comparcini, Galli, Lupo, Paul, Simonetti
Collezione: Professioni infermieristiche
Visualizzazioni: 1/917
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Indice di Popolarità: 7.25%
Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall'articolo).

Scopo. Determinare la prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani e valutare il livello di ansia e depressione nelle vittime.

Metodo. Da aprile a settembre 2014 è stato condotto uno studio multicentrico trasversale in un campione di infermieri italiani (n=997) utilizzando il questionario “cyberstalking” per analizzare il fenomeno del cyberstalking. Ai partecipanti, che si sono autodefinite vittime di cyberstalking, è stato chiesto anche di compilare gli strumenti “beck depression inventory” e “state-trait anxiety inventory” per valutare, rispettivamente, i livelli di depressione ed ansia.

Risultati. La prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani è risultata pari al 23.3%. Il 42.7% ha dovuto cambiare il proprio stile di vita e lavorativo. Il cyberstalker era prevalentemente di sesso maschile (52%) e, nel 49% dei casi, era un paziente. Le vittime hanno riferito moderati livelli di ansia (media=28.4, SD=23.2) e depressione (media=92.7, SD=18.3); i risultati hanno mostrato un aumento dei livelli di depressione negli infermieri esperti nell’utilizzo del computer, gestori di siti web o blog (F = 3.866; p<0.05), e una correlazione negativa tra il livello di ansia e gli infermieri esperti (r = -0.264, p<0.01).

Conclusioni. Il cyberstalking è un fenomeno che si riscontra frequentemente tra gli infermieri. Il rapporto infermiere - paziente gioca un ruolo centrale nello sviluppo del fenomeno e le vittime hanno riferito disordini correlati allo stress che influenzano la vita lavorativa. Questi risultati preliminari potrebbero sensibilizzare, i dirigenti ospedalieri, la politica e i centri antiviolenza al fine di sviluppare strategie risolutive a sostegno delle vittime.