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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Di Ciaula Agostino. Cambiamenti climatici e migrazioni: Climate change and migrations. Sistema salute 2019;63(2):161–171. 
Added by: Claudia Mattaioli (20/09/2019 15:48:03)   Last edited by: Claudia Mattaioli (27/09/2019 15:15:34)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: DiCiaula2019
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Categorie: Antropologia, Etica, Management, Metodologia dell'assistenza infermieristica, Psicologia, Sociologia
Sottocategorie: Accoglienza, Antropologia medica, Complessità assistenziale, Principi etici, Psicologia sociale, Sociologia del diritto
Keywords: Politiche sanitarie
Autori: Di Ciaula
Collezione: Sistema salute
Visualizzazioni: 1/974
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Allegati    
Abstract     

(Trascritto dall'articolo).

Obiettivi: obiettivo dell’articolo è valutare i rapporti tra le conseguenze ambientali, sanitarie, sociali ed economiche generate ovunque dalle modificazioni climatiche e le migrazioni intese come espressione di un equilibrio dinamico tra grado di vulnerabilità, capacità di resilienza, disuguaglianze e iniquità. Metodi: partendo dall’analisi delle conseguenze dei cambiamenti climatici in diverse aree geografiche si analizzano le migrazioni come uno degli effetti del riscaldamento globale e la necessità di considerare questo fenomeno come problema prioritario di salute. Risultati: i cambiamenti climatici generano conseguenze sanitarie rilevanti in qualunque area geografica, con gravità e urgenza dipendenti dal grado di vulnerabilità, dalla capacità di resilienza, da disuguaglianze e iniquità. Il riscaldamento globale amplifica criticità pre-esistenti e i Paesi con le maggiori responsabilità nelle emissioni di gas clima-alteranti sono anche i meno vulnerabili. Eventi meteorici estremi, siccità, aumento del livello del mare, riduzione della produttività agricola, contaminazioni del suolo e delle falde acquifere, scarsità di risorse naturali, migrazione di specie animali essenziali per soddisfare il fabbisogno alimentare sono i principali fattori in grado di determinare sia danni sanitari che migrazioni a corto- o lungo raggio, che rappresentano di fatto una strategia di resilienza. Si prevede che il numero delle migrazioni climatiche avrà andamento crescente sino a quando non si ridurranno le emissioni clima-alteranti. Sino al raggiungimento di questo obiettivo, le migrazioni dovrebbero rappresentare una sfida prioritaria per chiunque si occupi di promozione sanitaria, da intendere come salvaguardia di salute e benessere sia per i migranti che per le comunità che li accolgono. Queste ultime devono essere pronte a fronteggiare il problema anche grazie al possesso di conoscenze, mezzi e capacità adatte a svolgere questo compito, che potrà favorire i processi di resilienza a livello globale e generare benefici reciproci. Conclusioni: affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici non può prescindere dalla risoluzione di disuguaglianze e iniquità perché, anche in considerazione dello stretto intervallo temporale utile ad arrestare i trend negativi in corso prima di conseguenze irreversibili, il loro mantenimento finirebbe con il peggiorare i livelli di vulnerabilità e resilienza di chiunque, comprese le popolazioni oggi considerate a rischio minore. Oltre ad assumere decisioni rapide e concretamente efficaci per il contenimento delle emissioni di gas-climalteranti, è necessario modificare e rafforzare i meccanismi di cooperazione internazionale e i sistemi sanitari nazionali al fine di gestire al meglio i “flussi di resilienza” generati dal riscaldamento globale riducendo i livelli di rischio, utilizzando adeguati ed efficaci modelli di assistenza e misure di prevenzione primaria.