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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Galazzi Alessandro, Giannini Alberto. Terapia Intensiva “aperta”: apriamo la mente prima delle porte. Scenario 2018;35(3):11–12. 
Added by: Edvige Fanfera (19/09/2019 14:10:22)   Last edited by: Edvige Fanfera (19/06/2021 15:22:54)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Galazzi2018
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Categorie: Infermieristica specialistica
Sottocategorie: Infermieristica in area critica
Keywords: Terapia intensiva
Autori: Galazzi, Giannini
Collezione: Scenario
Visualizzazioni: 1/842
Indice di Visite: 26%
Indice di Popolarità: 6.5%
Allegati    
Abstract     
Gli Autori ripercorrono sinteticamente le esperienze pionieristiche italiane di TI “aperta” (la prima pubblicata su Scenario 2008 è la TI pediatrica della Clinica De Marchi, del policlinico di Milano). La letteratura internazionale discute sulle politiche degli orari di visita sin dal 1984 ma le esperienze di intensive “aperte” sono decisamente successive. La TI nasce come reparto chiuso con orario di visite assai ridotto  per tutelare i pazienti critici dal rischio di infezioni e consentire allo staff medico-infermieristico di operare sul paziente e confrontarsi sulla sua condizione in libertà, senza la presenza di familiari. Caratteristico del reparto è il principio "della porta girevole”: entra il paziente, escono i familiari. La letteratura testimonia che i timori clinici che sostenevano questo modello sono del tutto infondati, anzi, si riducono le complicanze cardiovascolari, l’ansia e il delirio. E’ possibile cambiare mentalità incentrando “l’assistenza anche sulla famiglia e fare della comunicazione il fulcro attorno al quale ruoti la buona riuscita del processo di assistenza e cura”. Il Comitato Italiano per la Bioetica si è espresso chiaramente aggiungendo motivazioni etiche a quelle cliniche, la presenza dei familiari è un diritto del paziente e non una concessione. In questa prospettiva possono essere elaborati nuovi Regolamenti, revisionabili criticamente in base alle esperienze, che comprendano la presenza dei familiari nel rispettando le necessità gestionali del reparto.
(A cura di Edvige Fanfera).
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