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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Voce Vallentina. Licenza di uccidere. Per un’analisi critica delle tesi di Jeff McMahan. Medicina e morale 2019;68(1):67–82. 
Added by: Assunta Musto (26/06/2019 08:48:24)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Voce2019
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Categorie: Etica
Sottocategorie: Bioetica, Statuto dell'embrione, Teorie etiche
Autori: Voce
Collezione: Medicina e morale
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Indice di Popolarità: 6.5%
Allegati    
Abstract     
Questo articolo prende in esame la riformulazione del concetto di persona, proposta dal filosofo Jeff McMahan in The Ethics of Killing, come embodied mind. La proposta teorica di McMahan ha una chiara valenza pratica perché, in accordo con una prospettiva funzionalista, identifica la persona con l’acquisizione delle sue capacità cognitive, tracciando una linea discriminatoria tra esseri umani: alcuni non sarebbero persone e pertanto non potrebbero condividere gli stessi diritti che “noi” persone abbiamo. McMahan sviluppa, sulla base di questa impostazione, una gerarchia etica che rende legittima l’uccisione di tutti quegli esseri umani che, a suo avviso, non si possono considerare persone come ad esempio embrioni, feti e individui in stato vegetativo. Il saggio, che rende conto di alcune interessanti annotazioni critiche svolte dalla filosofa Eva Kittay alla proposta di McMahan, si propone di valutare la consistenza teorica di questa teoria e di porla in riferimento alla questione etica e sociale connessa con la tutela dei diritti delle persone con disabilità cognitiva grave. Sulla base delle considerazioni svolte, si è giunti alla conclusione che le teorie di McMahan, e le conseguenze che ne derivano per l’etica pratica, vadano respinte in quanto la separazione tra la nozione di persona e quella di essere umano non risulta adeguatamente giustificata, essendo fondata su una mistificazione dell’uomo privato della sua fondamentale dimensione corporea. (Trascritto dall’articolo).