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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Furlan Enrico, Viafora Corrado, Oprandi Nadia, Cipolletta Sabrina. Creare e coordinare una rete regionale di comitati etici per la pratica clinica. Risultati e lezioni apprese da uno studio qualitativo svolto in Veneto (Italia). Medicina e morale 2019;68(1):11–23. 
Added by: Assunta Musto (04/06/2019 09:51:18)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Furlan2019
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Categorie: Etica
Sottocategorie: Allocazione delle risorse, Buona pratica clinica, Comitati etici
Autori: Cipolletta, Furlan, Oprandi, Viafora
Collezione: Medicina e morale
Visualizzazioni: 1/943
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Indice di Popolarità: 7%
Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall’articolo).                                                                                                                                                                                                                   Mentre i comitati etici per la ricerca sono diffusi in tutta Italia, comitati etici esclusivamente dedicati alla pratica clinica sono piuttosto rari. Un’eccezione significativa è costituita dalla Regione Veneto, ove il governo regionale ha promosso fin dal 2004 la creazione di una rete di oltre 20 comitati etici per la pratica clinica (CEPC), al servizio di una popolazione di circa 5 milioni di abitanti. Questa notevole esperienza, tuttavia, non era stata finora studiata. Per colmare tale lacuna, sono stati progettati e realizzati quattro focus group (FG), al fine di indagare le opinioni di componenti esperti di questa tipologia di comitati, relativamente al modo in cui operano, alla rilevanza del lavoro svolto dai CEPC e ai bisogni da soddisfare per migliorare la qualità del servizio. L’analisi qualitativa di quanto emerso dai FG ha portato all’identificazione di tre temi principali, che sono presentati e discussi, vista la rilevanza che potrebbero avere per simili reti: 1) una dicotomia tra la rilevanza dei CEPC, sperimentata dai componenti dei comitati stessi, e lo scetticismo che circonda questi organismi; 2) una mancanza di omogeneità tra comitati, sia in merito alla loro attività principale, sia rispetto al loro rapporto con la direzione e al modo in cui sono  elezionati i componenti; 3) la consapevolezza che i CEPC hanno bisogno di coordinamento e supporto. Dopo aver proposto un’interpretazione di questi temi, vengono offerte alcune raccomandazioni alle istituzioni sanitarie che volessero istituire una rete di CEPC che contribuisca a radicare e rafforzare la riflessione etica all’interno del mondo sanitario.
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