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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Casalanguida Sara, Casalanguida Rita, Gantar Monica, Sanson Gianfranco. La “fragilità” come fattore predittivo degli esiti conseguenti al ricovero in un reparto semintensivo. Uno studio pilota. Scenario 2016;33(3):4–14. 
Added by: Daniela Forte (03/03/2019 17:15:50)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Casalanguida2016
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Categorie: Infermieristica specialistica, Metodologia dell'assistenza infermieristica, Metodologia della ricerca
Sottocategorie: Infermieristica in geriatria, Strumenti di rilevazione dati, Valutazione infermieristica
Keywords: Anziano fragile, Geriatria, Terapia intensiva
Autori: Casalanguida, Casalanguida, Gantar, Sanson
Collezione: Scenario
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Allegati    
Abstract     

(Trascritto dall’articolo).                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Obiettivo: i soggetti fragili che subiscono un evento critico sono a elevato rischio di esiti avversi anche quando sopravvivono al ricovero. In ambito critico la condizione di fragilità viene raramente diagnosticata. L’obiettivo dello studio è di analizzare gli esiti del ricovero in una struttura semintensiva in una popolazione di pazienti fragili e identificare le variabili predittive di esito avverso. Materiali e metodi: studio pilota con disegno prospettico longitudinale effettuato in una Medicina d’Urgenza. Sono state documentate mortalità, durata della degenza, variazioni nello stato funzionale e nella qualità percepita della vita. Risultati: sono stati arruolati 76 pazienti (età media 77,8 anni). La degenza media è stata di 18,5 giorni, la mortalità a 30 giorni il 39,5%. Rispetto alla situazione pre-ricovero, nelle persone dimesse sono state documentate riduzioni significative nel livello di autonomia, qualità della vita e probabilità di sopravvivenza a un anno. Una percentuale significativa di persone non è rientrata al domicilio ma è stata trasferita in strutture socio-assistenziali. L’analisi multivariata ha evidenziato un rischio di morte a 30 giorni più elevato nei soggetti con una percezione di un più basso livello della qualità della vita antecedente l’evento acuto. Discussione: per i pazienti arruolati, il percorso nel reparto semintensivo si è associato a elevata mortalità, riduzione delle capacità funzionali e peggioramento della qualità della vita. La preesistente condizione di fragilità ha costituito un determinante indipendente di esito avverso. Conclusioni: nel ricoverare una persona fragile in strutture semi-intensive, il mantenimento dell'autonomia e della capacità della vita pre-ammissione dovrebbero essere ritenuti esiti strategici da perseguire al pari del superamento della fase acuta e indurre a modulare l'aggressività del trattamento. E’ necessario progettare uno studio più ampio e multicentrico per identificare la prevalenza della fragilità nel malato critico in setting semi intensivi e i fattori predittivi degli esiti a medio e lungo termine del trattamento.