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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Amato Laura, Minozzi Silvia, Mitrova Zuzana, Parmarelli Elena, Saulle Rosella, Cruciani Fabio, et al. Revisione sistematica sull’efficacia terapeutica e la sicurezza della cannabis per i pazienti affetti da sclerosi multipla, dolore neuropatico cronico e pazienti oncologici che assumono chemioterapie. Epidemiologia & Prevenzione 2017;41(5-6):279–293. 
Added by: Mauro Iossa (02/03/2019 18:00:24)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Amato2017
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Categorie: General
Autori: Amato, Cruciani, Davoli, Minozzi, Mitrova, Parmarelli, Saulle, Vecchi
Collezione: Epidemiologia & Prevenzione
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Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall’articolo)

RIASSUNTO

INTRODUZIONE: il termine “cannabis medica” si riferisce all’uso di cannabis o di cannabinoidi come terapia medica per curare alcune malattie o alleviarne i sintomi. Negli Stati Uniti, 23 Stati e il distretto di Washington DC (maggio 2015) hanno introdotto leggi che permettono l’uso di cannabis per scopi medici. Anche diversi Paesi membri dell’Unione europea hanno regolamentato l’uso terapeutico della cannabis tramite leggi specifiche.

OBIETTIVI: produrre e rendere disponibili informazioni scientifiche basate sulla revisione sistematica della letteratura internazionale circa l’efficacia terapeutica e la sicurezza della cannabis medica per il controllo della spasticità e del dolore in pazienti affetti da sclerosi multipla, il controllo del dolore in pazienti affetti da dolore neuropatico cronico, il controllo di nausea e vomito per i pazienti oncologici che assumono chemioterapie.

METODI: è stata effettuata una ricerca sistematica della letteratura consultando le seguenti banche dati elettroniche: il Registro centrale Cochrane degli studi controllati, PubMed, EMBASE fino a settembre 2016. Sono stati, inoltre, ricercati gli studi clinici in corso via ClinicalTrials.gov, il portale dell’Organizzazione mondiale della sanità e l’International Clinical Trials Registry Platform (ICTRP) search portal. Tutte le ricerche sono state effettuate senza restrizioni di lingua. Sono stati inclusi gli studi controllati randomizzati (RCT) che valutavano l’efficacia e la sicurezza della cannabis (inclusi estratti e tinture) rispetto al placebo o altri agenti farmacologici. Un primo screening dei titoli e degli abstract, individuati attraverso le ricerche bibliografiche, è stato effettuato da tre autori separatamente. Gli studi potenzialmente rilevanti sono stati acquisiti in full text e valutati per verificare la rispondenza ai criteri di inclusione. I tre autori hanno estratto i dati e valutato la qualità degli studi inclusi in modo indipendente. Per la valutazione della qualità metodologica, sono stati utilizzati i criteri raccomandati dalla Cochrane e dal GRADE working Group.

RISULTATI: sono stati inclusi 41 studi controllati randomizzati (RCT) per un totale di 4.550 pazienti. Quindici studi consideravano l’efficacia e la sicurezza della cannabis per i pazienti con sclerosi multipla, 12 per i pazienti con dolore cronico e 14 per pazienti oncologici che assumevano chemioterapie. Gli studi inclusi sono stati pubblicati tra il 1975 e il 2015 e sono stati condotti principalmente in Europa. Circa il 50% degli studi inclusi sono stati giudicati a basso rischio di bias. La maggior parte dei confronti era verso il placebo (80%); solo 8 studi, che includevano pazienti oncologici in chemioterapia, confrontavano la cannabis con altri farmaci antiemetici. Le prove di efficacia sono risultate a favore della cannabis nel confronto col placebo in pazienti affetti da sclerosi multipla per la riduzione della spasticità (misurata con la scala di valutazione numerica, NRS, e la scala visiva analogica, VAS, risultato non confermato con la scala Ashworth), prove di alta qualità e affidabilità. Nei pazienti affetti da dolore neuropatico cronico, i risultati mostravano un effetto, sebbene limitato, della cannabis rispetto al placebo. Vi è, invece, incertezza relativamente all’efficacia della cannabis rispetto al placebo e/o ad altri farmaci antiemetici nel ridurre nausea e vomito nei pazienti oncologici sotto trattamento chemioterapico. Anche per questi confronti la qualità/affidabilità delle prove era bassa o molto bassa. Gli studi inclusi consideravano molti eventi avversi, ma nessuno riportava abuso o dipendenza da cannabinoidi come effetto collaterale legato all’uso della cannabis.

CONCLUSIONI: i risultati della revisione suggeriscono l’efficacia a favore della cannabis, nel confronto col placebo, in pazienti affetti da sclerosi multipla per il controllo della spasticità, solo quando misurata attraverso la NRS. D’altra parte, le prove disponibili sono risultate insufficienti e, per molti degli esiti considerati, di qualità/affidabilità bassa o molto bassa, tali da non poter fornire risposte conclusive circa l’efficacia e la sicurezza della cannabis utilizzata per scopi medici negli altri contesti clinici considerati in questa revisione. Per fornire prove di evidenza più robuste, sono necessari studi di buona qualità, di ampie dimensioni campionarie e che utilizzino gli stessi strumenti diagnostici per la valutazione degli esiti di interesse.

(A cura di Mauro Iossa)