Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Seganti Nicola, Imbriaco Guglielmo, Monesi A, Santolini Sonia, Tacconi Claudio, Ferrari Patrizia, et al. Analisi del corretto utilizzo del monitoraggio EtCO2 nel percorso emergenza-urgenza ed in terapia intensiva. Scenario 2016;33(2):4–10.
Added by: Daniela Forte (24/02/2019 14:27:58) Last edited by: Daniela Forte (24/02/2019 14:36:31) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Seganti2016 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica, Management, Metodologia dell'assistenza infermieristica Sottocategorie: Gestione delle apparecchiature, Infermieristica basata sulle prove di efficacia, Infermieristica in area critica, Respirazione Keywords: Audit clinico, Terapia intensiva, Ventilazione assistita Autori: Cordenons, Ferrari, Gordini, Imbriaco, Monesi, Santolini, Sebastiani, Seganti, Tacconi Collezione: Scenario |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). Premessa: in Area Critica la rilevazione dell’EtCO2(CO2 fine espirio- End Tidal CO2) è considerata un Gold Standard, in relazione alle raccomandazioni internazionali AARC - Clinical Practice Guideline del 2011. Vi sono almeno tre momenti principali in cui è raccomandata la capnometria nel paziente ventilato meccanicamente: 1.Verifica del corretto posizionamento di presidi per la pervietà delle vie aeree; 2.Analisi della condizione di circolazione polmonare e ventilatoria; 3.Ottimizzazione della ventilazione meccanica. Materiali e Metodi: lo studio, rivolto al personale infermieristico dell’Unità Operativa Rianimazione dell’ospedale Maggiore di Bologna, ha avuto come obiettivo la valutazione dell’adesione alle raccomandazioni internazionali rispetto la gestione del monitoraggio EtCO2 ed è stato caratterizzato dai seguenti momenti: 1.Pre-audit: caratterizzato da un periodo di due mesi per fotografare il comportamento senza attività di reminder; 2.Questionario anonimo rivolto agli infermieri in servizio, con attività prevalentemente clinica e non più in affiancamento, per verificare le conoscenze sull’argomento; 3. Attività di reminder attraverso: divulgazione di un video sulla corretta applicazione dell’EtCO2; presentazione dei dati emersi dal pre-audit; predisposizione di un poster sull’argomento; invio per posta elettronica delle principali raccomandazioni in merito all’uso della capnografia e dei links alla documentazione multimedia predisposta; discussione in merito all’argomento durante analisi di casi clinici o incontri; In-ternal-audit (IN-audit) per valutare l’efficacia dei sistemi di reminder: verifica dell’adesione successiva alla attività di “sensibilizzazione” all’argomento, attraverso l’analisi degli indicatori di processo stabiliti durante la fase di pre-audit. Risultati: dai dati analizzati, l’attività di reminder ha agito in modo sensibilmente positivo sul miglioramento di tutti gli indicatori monitorati. Conclusioni: lo studio proposto ha dimostrato che è possibile applicare il modello dell’audit clinico al contesto assistenziale o in sue piccole parti. L’audit è stato ben accettato dal personale nonostante un “pre-audit non dichiarato” e questo è segno di maturità del gruppo di lavoro. I reminders adottati sono stati efficaci nello stimolare il cambiamento. Proposta per il futuro potrebbe essere la creazione di un canale multimediale per “ricordare” le principali attività presenti in reparto o per descrivere nuove raccomandazioni. Con tali presupposti auspichiamo che un progetto nato come argomento di tesi divenga un elemento della normale attività di raccolta dati per la “qualità delle cure”. |