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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Balzan S. Testimonianza-Esperienza di vita e professionale . AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria 2015;27(3):234–238. 
Added by: Sandro Filardi (15/12/2018 10:56:33)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Balzan2015
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Categorie: Gruppi occupazionali, Scienze della formazione
Sottocategorie: Formazione permanente, Infermieri
Autori: Balzan
Collezione: AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria
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Allegati    
Abstract     
 Premessa: In questo articolo l’autore ci parla delle proprie esperienze di viaggio e lavorative che hanno riflessioni sulla professione e sulla ricchezza di esperienze che ci completano quando viaggiamo. Infatti in questo momento storico con la scarsità di opportunità lavorative per i giovani in Italia la soluzione di sperimentare impieghi all’estero potrebbe essere vincente, se non vista come un ripiego e avere un risvolto positivo, che andrebbe affrontato con coraggio e ottimismo. La logica: Diventare infermiera per prendere tempo, per capire la rotta. Serviva una professione aperta, ampia, connessa con l’altro, con più destinazioni da poter scegliere con calma. Al terzo anno di corso per infermiere, si potevano finalmente scegliere i servizi e i reparti in cui fare tirocinio; a scuola tutta l’area che oggi è detta critica era maltrattata, non vi è assistenza, sono reparti tecnici, non hai contatto con i pazienti dicevano tutti, ma l’attrazione era forte. Erano contesti in cui l’alta tecnicità cercava forti dosi di umanità per poter proteggere il malato che vi capitava. Un prendersi cura, che mirava alla perfezione, pur non disponendo di tempi estesi, ma necessario. Nel prendersi cura (to care), innegabile attività di fulcro della nostra professione, il contatto con il paziente non è un concetto astratto che può esserci o no. A questo punto l’autore racconta l’inizio della propria carriera in camera operatoria dove le difficoltà fatte di tensioni, abilità, codici, riti, confronti, sono situazioni continue dal coinvolgimento fisico e mentale alto. E l’infermiere avrebbe avuto un gran lavoro nel poter mettere a riparo il paziente dagli attacchi frenetici della sala operatoria, in pochi momenti ritagliati, minuti preziosi da impiegare al meglio. L’autore racconta la sua esperienza professionale lontano da Roma descrivendo accuratamente le varie tappe che l’hanno portata prima in Africa, per la precisione in Senegal, poi in seguito un’esperienza in un villaggio turistico in Toscana e infine l’esperienza vissuta all’Hospital American de Paris. In conclusione oggi, afferma l’autore, sono ancora in viaggio, perché anche lo studio è un viaggio perenne, una sorta di parco giochi fatto di scivoli e altalene che danno brivido e nausea allo stesso tempo, un saliscendi emotivo.   

(A cura di Sandro Filardi).