Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Cirio Franco, Tortola Cinzia, Diaz Diaz Diana. La continuità assistenziale post ricovero ospedaliero dei pazienti colpiti da ictus. NEU 2014;33(2):16–21.
Added by: Claudia Mattaioli (04/12/2018 23:40:58) Last edited by: Claudia Mattaioli (04/12/2018 23:43:53) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Cirio2014 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica di comunità, Infermieristica specialistica, Management, Metodologia dell'assistenza infermieristica Sottocategorie: Continuità assistenziale, Infermieristica domiciliare, Infermieristica in neurologia, Organizzazione del lavoro Keywords: Analisi statistica dei dati, Procedure assistenziali Autori: Cirio, Diaz Diaz, Tortola Collezione: NEU |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’Articolo).
L’ictus è la principale causa di disabilità. Le persone che sopravvivono alla malattia, per un terzo presentano un grado di disabilità elevato tanto da renderle non autonome, un altro terzo presentano un grado di disabilità media che permette il ritorno al proprio domicilio in modo parzialmente autonomo e il restante terzo presenta una compromissione della propria autonomia lievissima. In considerazione degli esiti è pertanto necessario programmare precocemente, durante l’ospedalizzazione, un piano di dimissione che garantisca la continuità dell’assistenza e il maggiore recupero dell’autonomia possibile. Obiettivo dello studio: lo studio ha analizzato i bisogni assistenziali dei pazienti colpiti da Ictus al momento della loro dimissione dal presidio ospedaliero S. G. bosco dell’ASLTO2 della Regione Piemonte, gli interventi di continuità delle cure attivati e gli ulteriori esiti. Metodologia: I dati analizzati attraverso uno studio retrospettivo, relativi all’anno 2012, sono stati estrapolati dal database “Continuità assistenziale” dell’ASLTO2, riversati successivamente su un foglio elettronico MSexcel e successivamente elaborati statisticamente, correlandoli ai successivi ricoveri ospedalieri e decessi. Risultati dello studio: lo studio evidenzia che circa il 32,5% dei pazienti ricoverati per Ictus (25% con Ictus ischemico e 40% con ictus emorragico) hanno richiesto l’attivazione di ulteriori servizi di continuità di cura e assistenza al momento della dimissione ospedaliera. L’assenza di caregiver che possa fornire continuità assistenziale post ricovero ospedaliero è risultata maggiore nel genere femminile (rapporto 1,8:1). La non autosufficienza al momento della dimissione ospedaliera è stata più frequente nei casi di Ictus emorragico (1,18:1). Indistintamente dalla tipologia di Ictus gli esiti più frequenti determinano l’incapacità a provvedere alla propria igiene, alla vestizione/vestizione e con l’incontinenza sia vescicale che fecale. Per il proseguo delle cure nell’83% dei casi è stato necessario trasferire i pazienti in posti letto di riabilitazione e nuclei di dimissioni protette in residenze per anziani non autosufficienti e, tra questi pazienti un 20% ha richiesto nei mesi successivi ulteriori interventi di cure residenziali e domiciliari. |