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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Ranalli Stefania, Proietti Maria G. Il colloquio motivazionale: uno strumento per la riduzione dei comportamenti a rischio nei pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di rene. Scenario 2017;34(1):34–38. 
Added by: Simone Ciucciarelli (22/11/2018 11:25:57)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Ranalli2017
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Categorie: Etica, Farmacologia, Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica
Sottocategorie: Compliance del paziente, Comunicazione, Donazione di organi e tessuti, Educazione all'uso dei farmaci, Infermieristica in pediatria, Rapporto infermiere-paziente, Trapianti
Autori: Proietti, Ranalli
Collezione: Scenario
Visualizzazioni: 1/1051
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Indice di Popolarità: 7%
Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall'articolo).
Introduzione: la scarsa aderenza alle prescrizioni terapeutiche rappresenta oggi una delle principali cause d’insuccesso nel campo dei trapianti d’organo solido. Il colloquio motivazionale è una forma d’intervento che ne favorisce la riduzione attraverso la rimozione di situazioni conflittuali e il potenziamento dell’automotivazione. Lo scopo di questa ricerca è quello di analizzare come, attraverso il colloquio motivazionale, sia possibile identificare, superare e modificare i fattori che determinano la non aderenza tra gli adolescenti, riducendo così i comportamenti a rischio.
Materiali e metodi: lo studio, il primo effettuato in Italia e all’estero in questo ambito, è di tipo sperimentale longitudinale prospettico e si basa sull’autosomministrazione del questionario BAASIS© a pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di rene, prima e dopo un intervento di colloquio motivazionale, per valutarne l’efficacia in termini di aderenza terapeutica.
Risultati: dal confronto tra i risultati del questionario somministrato prima e dopo l’intervento motivazionale emerge un generale miglioramento dell’aderenza dei cinque ragazzi alla prescrizione terapeutica.
Discussione: considerato che garantire un’aderenza ottimale è particolarmente difficile nel caso di patologie croniche che prevedono l’assunzione di farmaci per lunghi periodi di tempo e che l’aderenza diminuisce con il passare del tempo perché il paziente, superata la fase acuta, si sente meglio e tende a non essere più rigoroso nell’assunzione, il colloquio motivazionale si è dimostrato un intervento efficace nella riduzione dei comportamenti a rischio.
Conclusioni: l’informazione e il coinvolgimento del paziente nelle scelte terapeutiche non devono essere intesi solo come obblighi deontologici, ma come pratiche scientificamente e tecnicamente valide, veri e propri strumenti da adottare, punti di partenza per contrastare efficacemente il fenomeno della scarsa aderenza.
Added by: Sandro Filardi  Last edited by: Simone Ciucciarelli