Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Messina Gabriele, Burgassi Sandra, Rosadini Daniele, Verzuri Agnese, Cevenini Gabriele. Un dispositivo per la disinfezione di ambienti confinati. Mondo sanitario 2015;22(7):12–16.
Added by: Barbara Di Donato (22/05/2018 17:12:33) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Messina2015 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Igiene Sottocategorie: Igiene ambientale, Igiene e tecnica ospedaliera, Sicurezza sui luoghi di lavoro Autori: Burgassi, Cevenini, Messina, Rosadini, Verzuri Collezione: Mondo sanitario |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo).
Introduzione: la disinfezione degli ambienti chiusi è una tematica importante, in particolare in ambito sanitario anche al fine di prevenire le Infezioni Correlate all’Assistenza Sanitaria e Sociosanitaria (ICAS). Recenti metodi, basati sulla Ionizzazione Radio Catalitica (IRC), emergono come un possibile approccio per la disinfezione. L’obiettivo è verificare l’efficacia di uno strumento a IRC sul controllo della contaminazione microbica in spazi confinati. Metodi: lo studio con disegno pre/post è stato commissionato e finanziato da Tradelectric Srl ed è stato condotto dal 4 marzo al 3 aprile 2015 in un laboratorio dell’Università degli Studi di Siena. Il sistema IRC trasforma l’umidità dell’aria, sfruttando un processo foto catalitico, attraverso una luce ultravioletta che irradia una superficie di biossido di titanio, in specie reattive dell’ossigeno, tra cui perossido di idrogeno (H2 O2), radicale idrossile (OH), anione superossido (O2 ) e ozono (O3 ). L’efficacia è stata valutata contando le Unità Formanti Colonie (UFC) presenti su due mensole mediante piastre da contatto, incubate a 36°C e lette dopo 48 ore dal campionamento. Lo studio ha previsto confronti durante l’attività/inattività del dispositivo e la verifica del grado di efficacia a differenti livelli di umidità e di contaminazione microbica delle superfici. È stata eseguita la regressione lineare per verificare una possibile correlazione tra contaminazione e trascorrere del tempo. Sono stati eseguiti confronti tra i coefficienti di regressione lineare delle superfici a diverso grado di contaminazione nel range di umidità più alto per valutare possibili differenze tra i due andamenti nel tempo ed il test di Wilcoxon, per dati appaiati, per valutare possibili differenze giorno per giorno. Risultati: nel primo periodo, per valori di umidità decrescenti dal 55 al 50 percento, è stato evidenziato un aumento medio di 3,72 UFC al giorno; nel periodo successivo, corrispondente ad un netto aumento dell’umidità fino a raggiungere valori medi compresi tra il 56 ed il 70 percento, si è assistito ad una riduzione media di 3,70 UFC al trascorrere di ogni giorno. Il confronto tra i coefficienti di regressione lineare ed il test di Wilcoxon, per dati appaiati, tra le superfici a diverso grado di contaminazione non hanno fatto emergere differenze statisticamente significative. Conclusioni: per un’umidità ambientale che si attesta nel range 50-55% è emerso che il dispositivo, usato in modo continuativo, in ambienti confinati, con minima immissione e ripresa di aria, sia in grado di controllare la contaminazione microbica. Per valori di umidità >60% il dispositivo riesce a ridurre la contaminazione microbica in maniera importante.
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