Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Chiara Sanson, Monica Gantar, Roberto Aloisi. Distribuzione e accuratezza predittiva dell'indice di complessità assistenziale in un reparto semi-intensivo. Professioni infermieristiche 2017;70(2):76–84.
Added by: Tania Diottasi (13/02/2018 16:20:25) Last edited by: Tania Diottasi (13/02/2018 16:28:36) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Chiara2017 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Igiene, Infermieristica specialistica, Management, Teorie infermieristiche Sottocategorie: Complessità assistenziale, Epidemiologia, Infermieristica in area critica Keywords: Mortalità, Terapia intensiva Autori: Chiara, Monica, Roberto Collezione: Professioni infermieristiche |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall'articolo).
Obiettivo. Analizzare il livello di complessità assistenziale e la sua relazione con la mortalità e la durata della degenza. Metodo. Studio prospettico osservazionale effettuato nel periodo 1/06/2014 - 21/06/2015 presso la medicina d’urgenza di un’azienda ospedaliero-universitaria italiana. Sono stati rilevati giornalmente i bisogni di assistenza infermieristica secondo il modello delle prestazioni infermieristiche e l’indice di complessità assistenziale (ICA). Risultati. Sono stati inclusi 506 pazienti per un massimo di 4 giornate di degenza (1.436 rilevazioni). Le prestazioni con il valore più alto sono state soprattutto finalizzate ad assicurare la funzione cardiocircolatoria. L’ICA medio è stato di 38,4. Solamente il 17,2% dei pazienti è stato classificato ad alta complessità nel giorno d’ingresso. Nel corso della degenza, l’ICA ha dimostrato una progressiva tendenza alla diminuzione nei soggetti sopravvissuti e all’aumento in quelli deceduti. L’accuratezza predittiva dell’ICA rispetto al rischio di morte è risultata complessivamente elevata (90,3%; p=0,006); il migliore livello di cut-off è risultato pari a 41,5 punti. Discussione. È stato evidenziato che il rischio di morte aumenta all’aumentare della complessità assistenziale. Il superamento del valore di cut-off, così come una tendenza all’aumento dell’ICA nel monitoraggio quotidiano, potrebbero essere adottati come criteri per identificare i pazienti a più elevato rischio, per i quali aumentare, ad esempio, il rapporto infermiere-paziente. L’identificazione del livello di complessità assistenziale può consentire l’erogazione di prestazioni differenziate in base all’intensità delle cure e la corretta allocazione dei pazienti durante il ricovero. Tale strategia può consentire la razionalizzazione delle risorse disponibili e una migliore pianificazione e attuazione dell’assistenza.
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