Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Nante Nicola, Messina Gabriele, Prisco Gabriella, Bedogni Corrado, Moirano Fulvio. Valutazione della policy ospedaliere italiane attraverso lo studio della mobilità dei pazienti. Organizzazione Sanitaria 2017;41(2):3–16.
Added by: Paola Gentili (13/11/2017 15:36:18) Last edited by: Paola Gentili (19/11/2017 05:21:02) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Nante2017 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Economia sanitaria, Management Sottocategorie: Accessibilità dei servizi, Appropriatezza, Programmazione sanitaria, Servizio sanitario nazionale Autori: Bedogni, Messina, Moirano, Nante, Prisco Collezione: Organizzazione Sanitaria |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo).
L’analisi dei flussi di mobilità sanitaria (spostamenti di pazienti verso strutture ospedaliere lontane dalla propria residenza) coinvolge aspetti riguardanti la qualità (reale/percepita) dei servizi, l’equità di accesso alle cure ed importanti flussi economici. Il presente lavoro ha un significato metodologico e riassume l’esperienza condotta dagli Autori negli anni al fine di:
- dimostrare l’utilità del Nomogramma di Gandy (strumento grafico cartesiano) in detta analisi condotta a livello MACRO (health policy statale e regionale), MESO (conduzione di aziende/presidi ospedalieri) e MICRO (direzione di reparti/controllo di gestione);
- rappresentare cartograficamente la “policy” ospedaliera delle diverse Regioni italiane.
I risultati mostrano che, anche all’interno dello stesso Ospedale, la capacità di soddisfare la domanda proveniente dalla zona di riferimento e quella espressa da pazienti extra-zonali può variare notevolmente in base all’attività (ad esempio per diverse casistiche oncologiche), riflettendo la capacità di programmazione e conduzione di differenti équipes. L’analisi della mobilità sanitaria relativa al Policlinico Senese - AOUS “in toto” ha rilevato che, nel corso degli anni ‘80, il sistema di finanziamento ospedaliero basato sulla spesa storica, non aggiustato in base alla mobilità “attiva”, fece diminuire l’interesse ad attrarre pazienti, portando alla perdita di qualità del prodotto aziendale; una volta avviato un tale trend negativo, non è poi stato facile, negli anni successivi, arrestarlo od invertirlo.
Riguardo la mobilità interregionale, si è osservata una concentrazione di situazioni critiche tendenzialmente a carico di Regioni del Sud Italia, dove solo Molise e Basilicata, nel periodo studiato, sembrano aver intrapreso un chiaro percorso di miglioramento dell’offerta ospedaliera. In condizioni virtuose appaiono diverse Regioni del Centro-Nord, in particolare Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.
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