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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Vernero S. Slow medicine e il progetto fare di più non significa fare meglio. AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria 2014;26(3):161–166. 
Added by: Daniela Trinca (20/03/2015 17:06:44)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Vernero2014
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Categorie: Infermieristica clinica, Management
Sottocategorie: Risk management, Sicurezza
Keywords: Risk management
Autori: Vernero
Collezione: AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria
Visualizzazioni: 1/1211
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Indice di Popolarità: 5%
Allegati     URLs     http://www.aicoitalia.it
Abstract     
In tutta la medicina, si è gradualmente affermata una visione secondo la quale: nuovo è meglio, tutte le procedure utilizzate nella pratica clinica sono efficaci e sicure, l’uso di tecnologie sempre più sofisticate risolverà ogni problema di salute, fare di più aiuta a guarire e migliora la qualità della vita. Una visione sostenuta da forti interessi economici e rafforzata dai mezzi d’informazione con le loro notizie sensazionalistiche secondo le quali tecnologie e farmaci, tanto più se nuovi, hanno sempre e comunque un effetto positivo. Ma ne siamo davvero sicuri?
In medicina un approccio “slow”, secondo Dolara, permetterebbe agli operatori sanitari e in particolare ai medici e agli infermieri di avere un tempo sufficiente per valutare i problemi familiari e sociali dei pazienti in modo appropriato, ridurre la loro ansietà nell’attesa di procedure diagnostiche e terapeutiche, di valutare attentamente nuove metodiche e tecnologie, prevenire premature dimissioni ed infine di offrire un adeguato supporto emozionale ai pazienti terminali e alle loro famiglie.
In Italia Slow medicine, definita come rete di idee in movimento, è stata fondata all’inizio del 2011 da professionisti che operano nel mondo della salute, in stretta connessione con Slow food, e si è successivamente aperta a tutti i cittadini. L’idea alla base di Slow medice è che cure appropriate e di buona qualità e un’adeguata comunicazione fra le persone migliorino la qualità della vita dei cittadini e dei professionisti della salute e insieme riducano i costi dei sistemi sanitari, e ne promuovano l’equità e la sostenibilità economica e ambientale. Slow medicine nel dicembre 2012 ha lanciato pertanto in Italia il progetto “fare di più non significa fare meglio”, nella convinzione che, come è avvenuto negli Stati Uniti, la spinta all’utilizzo appropriato e senza sprechi delle risorse disponibili non possa che partire da un’assunzione di responsabilità da parte dei professionisti della salute in alleanza con pazienti e cittadini.
(A cura di Daniela Trinca).
Added by: Daniela Trinca