Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Barilati Ester Maria, Cantoni Barbara, Bezze Elena. Abuso alcolico negli adolescenti. Analisi di un problema trascurato. Gli infermieri dei bambini GISIP 2014;6(2):53–57.
Added by: Loriana Lattanzi (19/03/2015 17:45:03) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Barilati2014 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica, Metodologia dell'assistenza infermieristica, Strutture sanitarie Sottocategorie: Infermieristica in pediatria, Prevenzione, Relazione di aiuto, Servizio dipendenze patologiche Autori: Barilati, Bezze, Cantoni Collezione: Gli infermieri dei bambini GISIP |
Visualizzazioni: 1/1335
Indice di Visite: 22% Indice di Popolarità : 5.5% |
Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall'articolo). L’alcol è una sostanza psicotropa, in grado cioè di modificare il funzionamento del cervello, che può causare danni gravi, turbe del comportamento oltre a patologie croniche e dipendenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo classifica fra le droghe e ne raccomanda la totale astensione fino ai 16 anni di età. Nonostante questo, negli ultimi anni si è assistito ad una rapida e preoccupante crescita del fenomeno dell’abuso alcolico da parte degli adolescenti e, al contempo, una riduzione dell’età in cui si inizia a bere. Si è passati da un modello del bere in cui l’alcol aveva un valore nutritivo e alimentare, accompagnando il pasto, ad un modello in cui l’alcol ha assunto una funzione esclusivamente inebriante: aumenta il fenomeno del binge drinking (5 o più drinks in breve tempo), si instaura sempre più il modello del policonsumo (associazione di diversi tipi di bevande alcoliche oppure associazione di alcol e droghe), nascono nuovi modelli del bere (vodka eyeballing, jelly happy shot). La revisione della letteratura ha permesso di distinguere quattro macro-aree: dati epidemiologici, fattori di rischio, danni alcol-correlati e ruolo dell’Infermiere pediatrico. In Europa, più del 90% degli adolescenti si è già avvicinato alle bevande alcoliche, con una età media di 12 anni e mezzo. In Italia, più del 10% dei ragazzi a 11 anni beve alcolici almeno una volta a settimana. L’adolescente subisce diverse influenze nelle sue scelte, sicuramente un ruolo rilevante è da attribuire al gruppo dei pari e a fattori sociali come la rete e la pubblicità. I danni che risultano dall’abuso alcolico, seppur occasionale, sono gravi. Considerando che, in media, una bevanda alcolica contiene 12 grammi di alcol e che il fegato è in grado di metabolizzarne circa 7 in un’ora, i grammi in eccesso passano nel circolo sanguigno danneggiando le cellule e i tessuti con cui entrano in contatto (nel giro di un quarto d’ora vengono raggiunti cervello, cuore e reni e in un’ora muscoli e tessuto adiposo). Inoltre, l’alcol produce molte calorie senza essere una sostanza nutriente, questo ha portato le giovani ragazze a seguire un nuovo modello di ‘dieta’, la drunkoressia, che prevede il digiuno dai pasti precedenti alla serata e un eccessivo sforzo fisico, il tutto per salvaguardare l’apporto calorico e, eventualmente, bere fino a vomitare se prima della serata fosse stato ingerito del cibo. In quest’ottica di abuso alcolico e di nuovi consumi, il ruolo dell’Infermiere pediatrico diventa difficile soprattutto nel riconoscimento tempestivo dell’intossicazione acuta, anche a causa della carenza di conoscenze e competenze riguardo all’argomento. Dalla letteratura emerge l’utilità di test di screening, veloci e semplici, seguiti dall’attuazione di interventi brevi volti a cambiare un comportamento. Added by: Loriana Lattanzi |