Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Vallario Ignazio. La responsabilità penale nell’attività di cura del malato di mente. Sanità Pubblica e Privata 2013(3-4):05–20.
Added by: Silvia Sferrazza (03/09/2013 14:01:49) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Vallario2013 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Etica, Gruppi occupazionali, Legislazione Sottocategorie: Esercizio professionale, Legislazione sanitaria, Medici Keywords: Responsabilità penale Autori: Vallario Collezione: Sanità Pubblica e Privata |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo) Il tema della responsabilità penale del medico psichiatra ha assunto, negli ultimi anni, profili estremamente problematici. All’operatore sanitario vengono spesso addebitati “drammi” (dalle auto/etero lesioni, al suicidio, all’omicidio di terzo), riconducibili alla condotta del malato di mente, che, in realtà, non possono dirsi prevedibili e prevenibili in concreto. Ciò nonostante, è molto diffusa la convinzione che nell’obbligo di cura debba rientrare l’obbligo di impedire gli atti lesivi, sia che il trattamento sanitario sia obbligatorio che volontario. In questo contesto, il suicidio del paziente (o l’omicidio) è visto come la prova del fallimento terapeutico. L’autore, dopo aver individuato le fattispecie (dolose e colpose) imputabili al terapeuta, illustra lo schema di accertamento della responsabilità medica, richiamando, costantemente, gli orientamenti della giurisprudenza. L’approdo è che l’obiettivo “primario” del terapeuta non può essere quello di evitare che il paziente si suicidi. Curarlo lo è, fare di tutto perché non arrivi a farlo lo è. Altrimenti si chiede più di quanto è nelle sue capacità e possibilità. Nelle conclusioni l’autore, con il sostegno della letteratura medica, fornisce preziose indicazioni che possono costituire una valida “polizza assicurativa” per lo psichiatra di oggi. Added by: Silvia Sferrazza |