Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Fadanelli Mara, Favero Gianluca. Non vedere, non sentire, non parlare: il silenzio come ostacolo al processo di cura. Indagine fenomenologica fra personale sanitario che opera in area critica. Professioni infermieristiche 2012;65(4):195–202.
Added by: Tania Diottasi (07/05/2013 10:03:38) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Fadanelli2012 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica, Management Sottocategorie: Infermieristica in area critica, Risk management, Sicurezza Keywords: , Risk management Autori: Fadanelli, Favero Collezione: Professioni infermieristiche |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo). Molti sanitari manifestano preoccupazioni in merito agli “errori professionali” commessi da colleghi. Tali preoccupazioni talvolta vengono riferite a colleghi o superiori, ma raramente sono comunicati direttamente alle persone interessate. Partendo da questi assunti si è voluto indagare se nei setting di area critica italiani, si presenta la stessa percezione. E’ stata effettuata un’indagine di tipo fenomenologico, rivolta a raccogliere i vissuti degli operatori sanitari, che lavorano in un pronto soccorso, in una rianimazione e in una terapia intensiva neurochirurgica, rispetto alle problematiche dell’errore. Come strumento di rilevazione si è utilizzata un’intervista semi-strutturata, audio-registrata e trascritta integralmente. L’analisi è stata fatta utilizzando il metodo Giorgi. Sono state identificate cinque unità di significato, espressione dei vissuti più rilevanti e ricorrenti. Esse sono: il clima/alleanza e senso di appartenenza; il significato di errore: errore tollerabile ed errore non tollerabile; emozioni 7sentimenti; errori/motivazioni; la comunicazione. La ricerca mette in luce come non sia diffusa la “cultura del silenzio”; pertanto in caso di errore il collega viene affrontato. Fanno però eccezione i casi in cui l’errore non è grave, oppure quando il collega da affrontare è gerarchicamente superiore. Rispetto a colui che commette l’errore, la non ammissione è legata al timore di mettere in discussione la propria “immagine” oppure per paura delle conseguenze. Added by: Tania Diottasi |