Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Vale Serena. L’efficacia della ventilazione non invasiva sulla qualità della vita dei pazienti affetti da Sla. Infermiere Oggi 2010;20(4):28–31.
Added by: Barbara Gargano (12/02/2013 16:42:26) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Vale2010 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica Sottocategorie: Infermieristica in broncopneumologia, Infermieristica in neurologia, Infermieristica in neurologia, Infermieristica in neurologia, Respirazione Autori: Vale Collezione: Infermiere Oggi |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall'articolo). La Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), chiamata anche malattia di Gehring o, genericamente, malattia del motoneurone, una patologia neurodegenerativa a carattere rapidamente progressivo la cui eziologia resta ancora ignota. La combinazione di segni clinici e strumentali di disfunzione dei motoneuroni superiori e inferiori in diversi distretti corporei permette la diagnosi clinica della malattia. Il trattamento di questi pazienti, da un punto di vista strettamente medico (che mira a trovare una cura) è assolutamente insoddisfacente. Per questo, le tecniche di riabilitazione e le cure palliative costituiscono un importante – pur se non sempre riconosciuto – elemento del trattamento dei pazienti Sla. Uno dei sintomi più importanti della Sla, che può essere presente già al momento della diagnosi , è la debolezza che colpisce i muscoli respiratori e bulbari dei pazienti e che, generalmente, li conduce alla morte. La sensazione di fame d’aria e la paura di morire soffocati è una delle cose che più spaventa i pazienti affetti da questa terribile malattia, nonché uno dei fattori che ne condizionano maggiormente l’aspetto psicologico. La debolezza dei muscoli respiratori è un sintomo, spesso sottovalutato, all’esordio della malattia. Si manifesta, con apnee ostruttive del sonno, sonnolenza diurna, emicrania mattutina, fluttuazioni del tono dell’umore, disturbi della concentrazione, fino ad una vera e propria difficoltà respiratoria con dispnea e ortopnea. È stato dimostrato, inoltre, che l’ipoventilazione ha delle conseguenze sulle funzioni esecutive, visuo-spaziali e sulla memoria dei pazienti. La compromissione cognitiva, ovviamente, peggiora ulteriormente lo stato di salute fisica e mentale ed ha un peso emotivo enorme anche su coloro che li accudiscono. Attualmente, poco viene fatto per i pazienti affetti da Sla, per migliorare l’enorme disagio causato dalla debolezza dei muscoli respiratori e spesso si arriva alle fasi terminali della malattia (in cui la tracheostomia o la ventilazione invasiva sono una scelta obbligata) che i pazienti spesso rifiutano anche le cure, perché non desiderano prolungare la loro vita. La ventilazione non invasiva (Niv) consiste in un ventilatore che rilascia gas pressurizzato ai polmoni, mediante l’utilizzo – “non invasivo”- di una maschera nasale o un boccaglio. Dalla letteratura in materia è emerso che un precoce utilizzo della Niv potrebbe evitare alle persone affette da Sla il disagio di una serie di sintomi iniziali che tanto negativamente influenzano il già difficile decorso della loro malattia. La Niv viene, ovviamente, preferita dai pazienti, che, grazie ad essa, possono migliorare il loro problema respiratorio, pur continuando a svolgere una vita pressoché normale. Inoltre, visto il suo basso costo, la maneggevolezza e la semplicità di utilizzo, la Niv riduce notevolmente il carico assistenziale e lo stress psicologico di chi presta assistenza a questi pazienti. Da ciò ne deriva la possibilità di un miglioramento della qualità di vita sia dei pazienti affetti da Sla che dei loro caregiver. Da qui, la decisione di effettuare una mini revisione della letteratura dal titolo: “Qualità di vita nei pazienti con Sla, sottoposti a Niv”. Added by: Barbara Gargano |