Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Cogliati Dezza Maria Grazia, Dal Col Paolo, Degrassi Michela, Spanò Marco, Fragiacomo Emanuela, Pianca Angela, et al. Il “Progetto Microaree” nei distretti di Trieste. Azioni innovative per una salute globale in una rivisitazione operativa delle cure primarie. Sistema salute 2012;56(3):374–387.
Added by: Teresa Compagnone (21/01/2013 17:59:21) Last edited by: Teresa Compagnone (21/01/2013 18:07:04) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista ID no. (ISBN etc.): 2280-0166 Chiave di citazione BibTeX: CogliatiDezza2012a Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Igiene, Infermieristica clinica, Infermieristica di comunità Sottocategorie: Cure primarie, Prevenzione Autori: Altomare, Cogliati Dezza, Dal Col, Degrassi, Fragiacomo, Inderca, Paoletti, Pianca, Rotelli, Rusgnach, Spanò Collezione: Sistema salute |
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Allegati | URLs http://www.antropologiamedica.it |
Abstract |
(Trascritto dall’articolo) Obiettivo. Sperimentare in alcuni contesti territoriali dei quattro distretti sanitari dell’Azienda Sanitaria di Trieste (60.000 abitanti/cad, 28% >65enni) interventi intersettoriali ad alta integrazione ed azioni innovative delle cure primarie per migliorare la salute globale degli individui e delle comunità. Metodologia. Ciascuna Microarea –(ca. 1000-2000 ab./cad)- è stata dotata, a seguito di una forte committenza del direttore generale, di un referente a tempo pieno, formato e motivato a realizzare 10 macrobiettivi prioritaria, tra cui il miglioramento della conoscenza dei residenti, dell’appropriatezza d’uso dei servizi sanitari, del capitale sociale. Gli strumenti adottati si sono diretti al rafforzamento delle reti di cure primarie in senso proattivo, dell’alta integrazione inter-enti (Comune, edilizia popolare, terzo settore), della promozione della partecipazione comunitaria. Risultati. Dopo oltre 5 anni di attività capillare, nelle Microaree, nonostante la più elevata prevalenza di malati gravi, povertà, deprivazione sociale, si osserva un miglioramento di indicatori proxy di salute (es riduzione dell’ospedalizzazione, della spesa farmaceutica, delle prestazioni sanitarie inappropriate), in misura superiore a quanto osservata nello stesso periodo nell’intera azienda sanitaria, sollecitata verso i medesimi obiettivi. Superate alcune difficoltà iniziali, il modello appare replicabile e si presenta favorevole per rafforzare il ruolo del distretto nel territorio, anticipare cambiamenti significativi, proteggere meglio le fasce di assistiti fragili, valorizzare gli interventi di comunità, rendere più credibili le istituzioni ed avvicinarle alla popolazione,particolarmente quella più vulnerabile. Added by: Teresa Compagnone Last edited by: Teresa Compagnone |