Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Frigerio Eleonora. Metodi non invasivi per la raccolta di un campione per urinocoltura nei bambini fino a tre anni: revisione della letteratura. Gli infermieri dei bambini GISIP 2011;3(2):53–57.
Added by: Loriana Lattanzi (11/03/2012 18:42:31) Last edited by: Loriana Lattanzi (13/03/2012 11:03:40) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Frigerio2011a Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica, Metodologia dell'assistenza infermieristica Sottocategorie: Eliminazione, Infermieristica basata sulle prove di efficacia, Infermieristica in pediatria, Percorso diagnostico-terapeutico ass. (PDTA), Percorso diagnostico-terapeutico ass. (PDTA), Sicurezza Keywords: Procedure assistenziali, Procedure diagnostiche, Procedure terapeutiche Autori: Frigerio Collezione: Gli infermieri dei bambini GISIP |
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Allegati |
Abstract |
(Trascritto dall'articolo). Le infezioni delle vie urinarie nei bambini spesso si presentano con segni e sintomi aspecifici; la chiave per una corretta diagnosi è l’esecuzione dell’esame culturale sulle urine il cui risultato permette di iniziare il trattamento terapeutico indicato e prevenire possibili danni renali. L’esecuzione di procedure diagnostiche come l’urinocultura nei bambini comporta per l’infermiere la necessità di adottare attenzioni particolari in relazione alla capacità di collaborazione del bambino e al suo sviluppo morfologico e fisiologico. Il gold standard tra i metodi di raccolta è rappresentato dall’aspirazione sovra- pubica seguito dalla cateterizzazione trans- ureterale, entrambe tecniche invasive, ma accurate e rapide. Nel seguente lavoro si cercherà di individuare le tecniche di raccolta non invasive che l’infermiere può utilizzare per eseguire la raccolta per urinocoltura nei bambini fino ai tre anni. Dall’analisi della letteratura è emerso che le tecniche non invasive sono rappresentate dalla raccolta del mitto intermedio, dall’utilizzo del sacchetto collettore e dall’utilizzo del pad. In base agli articoli analizzati si evince che questi ultimi due metodi di raccolta sono caratterizzati da scarsa accuratezza per l’elevato rischio di contaminazione del campione, invece la raccolta da mitto intermedio ha affidabilità paragonabile ai metodi invasivi. La responsabilità infermieristica sul risultato diagnostico è parziale dal momento che si tratta di una prestazione ad elevata interdipendenza con altri professionisti; permane però totale responsabilità rispetto le azioni propriamente infermieristiche che vengono messe in atto, quindi vi è autonomia, da parte del professionista infermiere, per quanto riguarda la scelta del metodo di raccolta da utilizzare. Added by: Loriana Lattanzi Last edited by: Loriana Lattanzi |