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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Dimonte Valerio. “Un infermiere pasciuto di rombombanti parole”: condizioni di lavoro e prime rivendicazioni infermieristiche all’inizio del novecento. Rivista dell'infermiere 1993;12(2):91–97. 
Added by: Claudia Onofri (05/10/2011 22:41:21)   Last edited by: Alessandra Bonfigli (05/11/2011 17:29:27)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Dimonte1993c
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Categorie: Legislazione, Scienze della formazione, Storia
Sottocategorie: Esercizio professionale, Legislazione sanitaria, Storia dell'infermieristica, Storia dell'infermieristica
Autori: Dimonte
Collezione: Rivista dell'infermiere
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Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall’articolo).
Le condizioni di lavoro del personale infermieristico all’inizio del secolo erano molto diverse da ospedale a ospedale: il numero di ore lavorative andava da 10 a 15 al giorno e il salario annuale da 84 a 910 lire. Previdenza sociale, vacanze e pensione erano solo sogni. Le infermiere non avevano diritto a pasti dignitosi, dovevano dormire in stanze affollate, rumorose e antigieniche. Si cominciò a mettere in relazione, sia in Parlamento che sulla stampa professionale, le condizioni di vita e di lavoro con la qualità dell’assistenza erogata in ospedale. Sfortunatamente le leghe esitavano a ricorrere all’arma dello sciopero per non peggiorare ulteriormente le condizioni assistenziali degli ammalati. Si cercò di ottenere dagli amministratori condizioni di vita migliori per gli infermieri, per evitare che le rivendicazioni e gli scioperi potessero interferire con lo spirito umanitario della missione assistenziale. Alla richiesta di un regolamento tipo sul territorio nazionale la risposta era che se si fossero spesi soldi per gli infermieri, ci sarebbero state meno risorse disponibili per i pazienti.
Added by: Claudia Onofri  Last edited by: Alessandra Bonfigli