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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Dimonte Valerio. Una finestra sul passato: la donna è più adatta alla cura degli infermi? Rivista dell'infermiere 1992;11(4):219–227. 
Added by: Claudia Onofri (05/10/2011 22:29:36)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Dimonte1992a
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Categorie: Legislazione, Scienze della formazione, Storia
Sottocategorie: Esercizio professionale, Legislazione infermieristica, Storia dell'infermieristica, Storia dell'infermieristica
Keywords:
Autori: Dimonte
Collezione: Rivista dell'infermiere
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Indice di Popolarità: 5.5%
Allegati    
Abstract     
(Trascritto dall’articolo).
Il tema dell’assistenza e della professione infermieristica come concetti e professioni femminili fu oggetto di un acceso dibattito agli inizi del ‘900, da parte di numerosi gruppi e associazioni femminili. Una posizione ampiamente condivisa, anche tra le infermiere, era che le donne, essendo per natura più dolci e gentili, fossero nate per assistere gli uomini. Questa posizione non era rifiutata dalle donne, che vedevano nell’assistenza un lavoro sicuro e la possibilità di guadagnare un’indipendenza economica, anche se venivano considerati in conflitto il ruolo di infermiera e di madre. I medici auspicavano un’infermiera donna di discreta cultura e proveniente dalla borghesia: l’idea era quella di tenere i ruoli separati e le infermiere, in quanto donne, in posizione subordinata. La prima guerra mondiale fece emergere i problemi sia nella preparazione che nell’organizzazione dell’assistenza in Italia, soprattutto a confronto di quanto succedeva in altri paesi; il CNDI (Consiglio nazionale donne italiane) colse l’occasione per proporre un curriculum per infermiere, con requisiti abbastanza severi. Nel 1920 la Federazione infermieri riuscì a far approvare una legge per aprire i corsi anche agli uomini ma, con l’avvento del fascismo, fu approvato il regio decreto del 1925 che istituiva le scuole convitto che diplomavano esclusivamente infermiere professionali.
Added by: Claudia Onofri