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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Bernardi Palma. L'infermiere straniero in Italia: prove di integrazione. L'infermiere 2010;54(5-6):49–52. 
Added by: Antonella Punziano (08/04/2011 16:35:24)
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista
Chiave di citazione BibTeX: Bernardi2010a
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Categorie: Metodologia dell'assistenza infermieristica, Teorie infermieristiche
Sottocategorie: Infermieristica transculturale
Autori: Bernardi
Collezione: L'infermiere
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Allegati    
Abstract     
Nell’Unione Europea (UE) l’immigrazione è un fenomeno che ha assunto proporzioni importanti. Tra gli elementi chiave dell’unificazione europea e della migrazione è inclusa la libera circolazione dei lavoratori. In Italia gli infermieri sono diventati insufficienti al fabbisogno sanitario nazionale, con un conseguente reperimento d’infermieri all’estero: la maggior parte proviene da Paesi dove le condizioni di vita sono difficili, la sanità non funziona, le condizioni sociali ed economiche spingono a emigrare alla ricerca di una vita migliore. La normativa vigente in Italia sull’immigrazione degli extracomunitari aggiunge gli infermieri alle categorie speciali, sottratte alle norme sui flussi migratori, aprendo così una corsia preferenziale per questi professionisti. Gli infermieri che arrivano così in Italia hanno già un posto di lavoro, un alloggio e uno stipendio. Da questa situazione è nato un mercato del lavoro ambiguo, contraddistinto da ampia discrezionalità da parte delle agenzie interessate. Ne deriva che gli infermieri in questione si trovano in condizione di fragilità, dipendono dall’agenzia all’arrivo e spesso questo rapporto si protrae. Questa situazione influisce sulla retribuzione sia degli infermieri stranieri che di quelli italiani: le aziende che usufruiscono degli infermieri stranieri risparmiano sugli stipendi perché hanno la possibilità di assumerli con diversi tipi di contratti, mantenendo un compenso che è dal 20% al 40% più basso rispetto a un infermiere di ruolo. Ma non si tratta solo di problemi sociali: avere infermieri assunti con contratti diversi che hanno lo stesso ruolo, le stesse responsabilità e guadagnano di meno o di più secondo chi li paga, crea un clima di lavoro conflittuale e svalorizza la professione. L’autrice descrive l’indagine condotta presso il punto d’ascolto del Collegio Ipasvi di Firenze che fotografa la situazione degli infermieri stranieri in questa città. Questo l’identikit dell’infermiere straniero medio in Firenze: donna, giovane (26-35 anni), arrivata in Italia con un’organizzazione che ha svolto tutte le pratiche e le ha dato la possibilità di lavorare subito, a dispetto della conoscenza della lingua non sempre accettabile. Si è integrata bene, ha fatto amicizie con colleghi stranieri e italiani e non ha trovato grosse difficoltà a lavorare in Italia. Nella maggioranza dei casi le difficoltà nascono nel settore privato: sono principalmente di ordine relazionale tra infermieri e figure di supporto, che non accettano volentieri di essere dirette da stranieri.
(A cura di Antonella Punziano)
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