Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Bulfone Giampiera, Zanini Antonietta, Tosolini Claudia, Zuliani Stefania. L'esperienza del metodo OSCE (Objective Structured Clinical Examination) al corso di laurea in Infermieristica di Udine. Assistenza infermieristica e ricerca 2006;25(3):176–180.
Added by: Alessandro Pizzalla (25/07/2007 16:45:03) Last edited by: Alessandra Bonfigli (24/10/2008 14:45:41) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Bulfone2006d Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Management, Metodologia dell'assistenza infermieristica, Scienze della formazione Sottocategorie: Didattica, Formazione del personale, Formazione universitaria, Formazione universitaria, Valutazione infermieristica Keywords: Formazione universitaria Autori: Bulfone, Tosolini, Zanini, Zuliani Collezione: Assistenza infermieristica e ricerca |
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Allegati | URLs http://www.air-online.it |
Abstract |
(Trascritto dall'articolo). I problemi e le discrepanze che si verificano nella valutazione finale degli studenti infermieri, hanno portato all'introduzione dell'OSCE (Objective Structured Clinical Examination) nel corso di laurea per infermieri. Obiettivo dell'articolo è descrivere l'esperienza dell'introduzione dell'OSCE ed i primi risultati. Metodi. Sessantasette studenti del primo anno sono stati valutati con l'OSCE su tre stazioni (o prove) per valutare conoscenze teoriche, abilità pratiche e il ragionamento diagnostico. Risultati. L'82% degli studenti ha superato le tre prove. I risultati migliori sono stati ottenuti nel ragionamento diagnostico (87%) ed il numero più elevato di risultati negativi nella prova pratica (57%). Hanno superato più facilmente l'esame gli studenti che avevano superato l'esame del corso integrato di infermieristica (3% bocciati vs 29%). Conclusioni. Il metodo OSCE consente di valutare sia le conoscenze che le abilità, ma l'elevato numero di fallimenti in questa prova può essere dovuto alla mancata esposizione alle tecniche valutate, come anche alle differenze tra ciò che gli studenti apprendono in aula e ciò che vedono fare in reparto. E' necessaria una stretta collaborazione con chi lavora in reparto, sia per ridurre il gap tra teoria e pratica che la variabilità dei criteri di valutazione. Added by: Alessandro Pizzalla Last edited by: Alessandra Bonfigli |