Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
De Ponti Anna, Sorbara Loredana, Amodeo Raffaello, Fusar Imperatore Patrizia, Berizzi Margherita, Di Rocco Egidia, et al. Le conoscenze e gli stili di vita dei pazienti: indagine sui pazienti ricoverati per sindrome coronarica acuta nell'Unità Coronarica dell'Ospedale di Desio. Assistenza infermieristica e ricerca 2006;25(3):163–169.
Added by: Alessandro Pizzalla (22/07/2007 18:54:29) Last edited by: Alessandra Bonfigli (03/11/2009 19:02:01) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: DePonti2006a Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Igiene, Infermieristica clinica, Infermieristica specialistica Sottocategorie: Epidemiologia, Infermieristica in area critica, Infermieristica in cardiologia, Prevenzione Keywords: Educazione sanitaria, Promozione della salute, Terapia intensiva Autori: Amodeo, Avanzini, Berizzi, De Ponti, Di Rocco, Fusar Imperatore, Marigliani, Saltarel, Sorbara Collezione: Assistenza infermieristica e ricerca |
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Abstract |
(Trascritto dall'articolo). Obiettivi e metodi. Stili di vita prima del ricovero, conoscenze sulla malattia e stili di vita dopo un evento coronarico acuto sono stati indagati tramite questionari in 3 diversi campioni di pazienti: a. tutti i pazienti ricoverati per evento coronarico acuto dal maggio 2003 al maggio 2005, per esplorare gli stili di vita precedenti il ricovero (416 pazienti), b. tutti i pazienti ricoverati dal maggio 2003 all'aprile 2004 - prima dell'attivazioni di incontri regolari di educazione sanitaria - per esplorare le conoscenze sulla malattia e le sue cause (132 pazienti), c. un campione di 83 pazienti seguiti in day hospital, per esplorare gli stili di vita dopo l'evento coronarico. Risultati. La maggior parte dei pazienti ha stili di vita scorretti: il 50% consuma quotidianamente formaggi e non fa mai almeno 30 minuti di esercizio. Anche a distanza dal ricovero, ha conoscenze incomplete o scorrette sulla malattia e sui fattori di rischio; solo il 50% è disponibile ad aumentare il consumo di frutta e verdura nella dieta. Conclusioni. Pur trovando riscontro anche in altri studi, questi risultati sono preoccupanti e richiedono l'adozione sistematica di strategie di prevenzione secondaria con interventi efficaci per aumentare le conoscenze e modificare gli stili di vita. Added by: Alessandro Pizzalla Last edited by: Alessandra Bonfigli |