Progetto realizzato e curato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma |
Turchini Fabio. La riflessività nella formazione. L'infermiere 2010;54(4):29–30.
Added by: Antonella Punziano (16/02/2011 15:31:59) |
Tipo di Risorsa: Articolo di Rivista Chiave di citazione BibTeX: Turchini2010 Invia la risorsa per email ad un amico |
Categorie: Management, Scienze della formazione Sottocategorie: Didattica, Formazione del personale, Formazione permanente Keywords: , Formazione permanente Autori: Turchini Collezione: L'infermiere |
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Allegati |
Abstract |
Nella nostra cultura formativa odierna, oltre all’apprendimento di performance tecniche, vi è uno spiccato orientamento all’acquisizione di competenze di tipo relazionale ed emozionale. Ne deriva che la formazione debba dotarsi di nuove modalità, che, andando oltre la sfera cognitiva, facilitino processi di interiorizzazione e motivazione al cambiamento. Le metodologie più accreditate oggi puntano a facilitare pratiche di tipo riflessivo, estremamente efficaci per innescare processi ininterrotti di apprendimento e per trasformare l’apprendimento in gestione del cambiamento. esperienziale. L’apprendimento esperienziale consente infatti di osservarsi mentre si è all’opera di riflettere autonomamente su ciò che si è realizzato o su quello che si sarebbe potuto realizzare, piuttosto che apprendere pedissequamente ciò che sarebbe giusto fare, come spesso accade nelle classiche lezioni frontali. In questo modo il formatore è indotto a sperimentarsi in un nuovo ruolo, non più come esperto e specialistico detentore di contenuti, ma in qualità di professionista riflessivo. Egli è perlopiù un facilitatore e fonte di apprendimento per sé e per gli altri. Il partecipante viene stimolato a cogliere dentro di sé pensieri e sensazioni. Il ruolo del formatore, dunque, è cercare connessioni con i vissuti delle persone in formazione, dentro un processo di apertura, di interazione e di ricerca evolutiva. L’apprendimento esperienziale è in grado di operare trasformazioni profonde sui comportamenti abituali, in quanto sollecita a riflessioni critiche relativamente agli assunti, alle idee, alle prospettive, ai valori culturali che normalmente orientano la percezione del mondo. È proprio questo che una formazione di qualità dovrebbe facilitare: permettere a chi ne usufruisce di guardarsi dentro, di riflettere su quello che si costruisce fuori attraverso parole e azioni, per capire che cosa si ha dentro, anche di collegare i risultati che si sono ottenuti alle risorse che si sono utilizzate. (A cura di Punziano Antonella). Added by: Antonella Punziano |